Non basta una scena lesbo a fare un grande film.

Aspettando il ritorno del “Commissario Montalbano”, un capolavoro assoluto sia dal punto di vista editoriale che nella sapiente trasposizione televisiva, abbiamo dovuto sorbirci prima “Rocco Schiavone” e subito dopo un’altra fiction di Rai1, “I bastardi di Pizzofalcone”, un filmetto. L’auditel dice che la nuova fiction di Viale Mazzini ha conquistato il pubblico del piccolo schermo con ascolti super!
E può anche essere vero considerato il deserto che imperversava sugli altri canali tv. Per cui ieri sera, dopo uno zapping infelice, il televisore si è fermato, obtorto collo, su Rai1, per la serie ‘vediamo il meno peggio per non andare a letto con le galline’! Un poliziesco senza patos, senza una grande recitazione, senza i tempi e l’atmosfera giusta, senza quel trasporto investigativo che dovrebbe coinvolgere e prendere per mano il telespettatore per condurlo alla scoperta dell’assassino. Così dopo le ‘canne’ del precedente commissario, ci siamo sorbita anche la scena ‘lesbo’ tra un medico della sezione scientifica e un’agente di pubblica sicurezza, colleghe in servizio presso un freddo commissariato di Napoli. Il messaggio, ricorrente in maniera quasi ossessiva più che pedagogica ormai ovunque, è forte e chiaro: socializzare il mondo gay per farlo metabolizzare anche ai più bigotti e riottosi. Ma non basta una scena lesbo a fare un grande film! E forse ieri sera, in prima serata sull’ammiraglia Rai, l’unico a sobbalzare sarà stato il solo Giovanardi! Per il resto è stata la solita noia di una serata passata dormicchiando sul divano davanti alla tv che va per conto suo.

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