Noi italiani siamo fatti così, toccateci tutto ma non calcio, cibo e sesso.

di Pier Giorgio Tomatis. Che italiani e americani siano profondamente differenti è palese. Quanto è accaduto recentemente con il coming out di Kevin Spacey ritengo tracci un solco difficilmente colmabile tra i due popoli. Il famoso attore statunitense de “I soliti sospetti”, “Seven” e “House of cards” ha pubblicamente dichiarato con una lunga lettera su Twitter di essere omosessuale. Probabilmente, vista la vicinanza temporale, a spingere l’attore a fare questa scelta è stata la confessione di un collega, Anthony Rapp, che sostiene che nel 1986 venne palpeggiato all’età di soli 14 anni. Spacey non ha affatto negato la cosa ma ha spiegato che era ubriaco e ha approfittato di questa occasione per ammettere la sua omosessualità. Dopo questo episodio ne sono stati resi noti altri simili (con Robert Cavazos, ad esempio, il quale preannuncia che alla sua confessione ne seguiranno molte altre). Dopo il caso Weinstein sembra che negli USA si stia cercando di porre un freno se non addirittura di cancellare gli abusi di natura sessuale scaturiti dal differente stato di forza economica, sociale e professionale tra i vip hollywoodiani e le aspiranti star. Netflix ha annunciato la chiusura della serie televisiva House of cards (giunta alla sesta stagione) nonostante i record di ascolti per il timore di un crollo dell’audience e l’International Academy of Television Arts & Sciences ha deciso di revocare il premio International Emmys Founders Award 2017 che avrebbe dovuto consegnare all’attore. Il messaggio che il puritano mondo statunitense sta mandando è quello della “tolleranza zero” nei confronti della pedofilia e dell’abuso di matrice sessuale. Gli scandali che associano il luccicante mondo della televisione con il potere e il sesso si sprecano. Basti ricordare i ricatti subiti da David Letterman per le sue scappatelle extraconiugali, il tentativo di impeachment sventato da Bill Clinton per l’affaire Lewinsky quando era Presidente degli USA o le magre figure rimediate da Eddie Murphy e Hugh Grant pizzicati con delle prostitute da strada. In Italia, invece, sembra che lo scandalo stia nel non associare un comportamento volutamente scorretto al proprio curriculum vitae e cinema e politica non danno alcun peso alle scappatelle, alle molestie e quant’altro. Anzi, quando il cosiddetto “mostro” viene sbattuto in prima pagina si finisce spesso col giustificare questo insano comportamento con la classica dichiarazione sessista, omofoba e ignorante: “in fondo, la vittima un po’ se l’è andata a cercare”. Noi italiani siamo fatti così toccateci tutto ma non il calcio, il cibo e… il sesso.

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