Nasce ‘Insieme’, ma il riformismo non basta: Centro e Sinistra, devono restare separati.
Questa linea è figlia del riformismo, e il riformismo non basta, in una società in cui i problemi sono radicali, radicali sono gli attacchi della destra, radicale è la crisi delle forze politiche che difendono i più deboli. Viviamo in una società mediatica e globale, dove la politica è dominata dalla finanza, che attacca i bilanci statali, ricatta i governi con lo spread, espropria, come in Grecia, i diritti sociali, e di elettorato attivo e passivo della gente, manipola le coscienze con i media, fa politica sotto le sembianze di PPE e PSE. Viviamo in una società governata dal fascismo finanziario, che con il virus del razzismo, sta infettando le masse, e preparando il fascismo politico. Può il riformismo rovesciare tutto questo? Il riformismo, che preserva e garantisce gli assetti di poteri precostituiti, non può rovesciare il dominio della finanza sulla politica, la governance della UE incentrata sull’egemonia della Commissione, che dipende dalla BCE, e sul ruolo marginale, del Parlamento che dipende da noi. Il riformismo può al massimo adottare una politica keynesiana, che va bene quando la politica e gli elettori contano ancora qualcosa, quando è ancora possibile coniugare il liberismo con i diritti delle persone, ma giammai quando tali diritti sono stati annientati, il lavoratore è complice del padrone e avversario dei suoi compagni (la guerra tra i poveri). Può il riformismo di Pisapia e Bersani sostituire l’iper liberismo dei trattati UE, con nuovi trattati che prevedano l’intervento dello stato nell’economia e sull’economia, una disciplina dell’impresa ai sensi dell’art 41 della Costituzione? Il riformismo non può cambiare questo tipo di società, può solo subirla, mentre bisogna rovesciarla. Da soli non si va in nessuna parte, ha detto Pisapia. E vero, ma ci vuole un’alleanza, e non una fusione, a livello europeo e non solo nazionale. Centro e Sinistra, devono essere forze autonome. Una forza di centro sinistra è la continuità, in forme diverse, della politica renziana, che ha pensato al partito e non al popolo, che è stato al servizio della finanza, e non della gente. E dunque sinistra, ma quale sinistra? Certamente una sinistra che rovesci questa linea politica, una sinistra che attui la nostra costituzione e la porti in Europa, come modello per i trattati UE.
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