Napoli ciclopico!

di Alberto Sigona. Il Napoli torna a giganteggiare, palesando una forza d’urto che non trova riscontri nel passato del nostro Campionato…  alle rivali non rimane che assistere impotenti alla fuga verso la gloria dei partenopei…

Il 5-1 col quale il Napoli ha letteralmente schiantato la Juventus (che era reduce da 8 successi di fila con la porta inviolata) rappresenta molto di più di un “semplice” successo, seppur roboante, su di un’antagonista per il Titolo. Le sonore randellate inflitte ai bianconeri venerdì scorso raffigurano in maniera ideale ed allegorica lo strapotere inaudito (ed inquietante) dei partenopei in questa stagione, per una schiacciante superiorità destinata a polverizzare precocemente le aspirazioni altrui. Una supremazia che presto potrebbe condurre la compagine di Luciano Spalletti su vette sibaritiche inesplorate dal calcio italiano.

Il Napoli attuale, infatti, è un team la cui forza d’urto non è conforme alla norma ed alla tradizione delle big storiche, almeno limitatamente al campionato nazionale. E credetemi, non c’è assolutamente retorica in queste parole così forti, apparentemente esagerate. Mai nessun team in oltre cent’anni di calcio italico era riuscito ad elevare così in alto le proprie potenzialità, distanziandosi anni luce dalla concorrenza. Nemmeno le tanto incensate compagini rispondenti ai nomi altisonanti – preceduti da prestigiosi aggettivi sostantivati – di Grande Inter o Grande Torino erano riuscite a giganteggiare in un modo così accentuato. La squadra campana quando è in gran spolvero, ovvero quasi sempre, riesce a mortificare ogni paragone con ogni epoca. Essa ha una vitalità dirompente, una voracità che le permette spesso di far un sol boccone dell’avversario di turno, divorandolo come farebbe un pescecane a digiuno da giorni o un ciclope in astinenza da settimane.

Il Napoli sovente non si limita a sconfiggere il rivale, e non s’accontenta nemmeno di surclassarlo, ma aspira ad annichilirlo, a tramortirlo, persino ad annullarlo. Escludendo le scorpacciate europee, basti citare il 5-2 esterno di Verona alla 1^ Giornata, un autentico biglietto da visita concernente le proprie intenzioni poco rassicuranti nei confronti di terzi. Per poi proseguire col 4-0 rifilato al malcapitato Monza, col 4-1 di Cremona, col 4-0 appioppato al Sassuolo, ed appunto col 5-1 con il quale è stata ridotta a brandelli la speranza della Juventus di Allegri di tornare in lizza per lo Scudetto, una Juve che non perdeva in modo così ignominoso da trent’anni, esattamente dal 30 maggio 1993, quando a godere oltremisura fu il Pescara già retrocesso, in cui giocò e segnò un certo… Allegri.

Con questo trionfo il Napoli ha scacciato via rabbiosamente tutti quei dubbi sulle proprie reali facoltà che avevano iniziato ad insinuarsi dopo il k.o. di San Siro con l’Inter, ribadendo a squarcia gola tutta la propria forza e la propria possanza, mettendo a tacere, forse definitivamente, una concorrenza che di già, a nemmeno metà torneo, pare in procinto di rotolare nel precipizio delle proprie speranze, accontentandosi del “privilegio” raro di vederla scomparire oltre l’orizzonte della gloria. Oltre l’orizzonte della storia.

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