Ministeri: tutti a casa due ore prima!

In tempi di recessione e quando c’è da tirare la cinghia, il governo va a colpo sicuro su benzina, la più cara d’Europa, la casa, la più tartassata, e gli Statali. 
Non bastava più il blocco degli stipendi della P.A. ‘sine die’ e buste paga alle quali, a conti fatti, mancano 1.000 euro al mese tondi, tondi, altro che cuneo fiscale e bonus di ’80 euro’! Adesso il governo prepara la chiusura anticipata dei portoni dei ministeri: dall’orario fissato oggi alle 20.00 l’attività lavorativa terminerà entro e non oltre le 18.00.
Tutti a casa due ore prima! Dal punto di vista operativo non cambierà molto in quanto la maggior parte dei 170 mila dipendenti ministeriali, con la vigente normativa, alle 18.00 della sera ha già lasciato la scrivania. Ma l’impatto è notevole se si pensa alle voci che subiranno notevoli tagli. Infatti, la chiusura anticipata, tradotta in soldoni, significa una robusta potatura degli straordinari già sottoposti ad una dieta del 10% nella scorsa legge di Stabilità. E poi ci sono due ore in meno di spese energetiche (luce, riscaldamento e aria condizionata) da mettere in conto. L’operazione riguarderebbe al momento solo i ministeri ma nei piani c’è l’estensione della misura anche alle controllate del ministero dell’Economia. Come, ad esempio, le Agenzie fiscali. A questa sorta di ”coprifuoco ministeriale” si dovrebbe aggiungere il taglio di diverse posizioni dirigenziali e la significativa razionalizzazione degli spazi degli uffici.
Nemmeno una virgola, invece, per quanto riguarda la moralizzazione degli “stipendi d’oro” di alcuni travet dello Stato. Le loro buste paga hanno l’immunità e non rientrano nella spending review! Sono i cosiddetti “stipendi d’oro” di alcuni dipendenti pubblici più “privilegiati” di altri, anche se poi per entrambi il datore di lavoro è sempre il medesimo: lo Stato italiano!
Nel Belpaese più si è vicini al potere più si gode di luce riflessa, ovvero dei vantaggi, dei privilegi e soprattutto degli stipendi riservati agli inquilini di Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Farnesina, Corte dei Conti, Csm e via discorrendo.
Così pure avviene nei ministeri, nelle regioni e nei comuni: più si è vicini alla “stanza dei bottoni” più si “guadagna”, più si è vicini al “capo” e più alto è lo stipendio seppure a parità di anzianità, qualifica e titolo di studio con gli altri “colleghi” dei piani inferiori! Basta spostarsi di appena qualche stanza o svoltare un corridoio per trovare retribuzioni nettamente inferiori a quelle percepite da chi siede vicino al “fuoco”! Insomma, nelle pubbliche amministrazioni, vale in termini di emolumenti e indennità accessorie il secondo principio della termodinamica che tiene conto del carattere di irreversibilità del passaggio di calore da un corpo caldo ad un corpo freddo.
Ma allorquando i presidenti di Camera e Senato – dopo essersi ridotto il proprio stipendio, in un momento di particolare crisi in cui tutti gli italiani sono stati chiamati a tirare la cinghia per salvare il Paese dalla bancarotta – hanno solo paventato l’idea di estendere i tagli anche alle retribuzioni dei dipendenti di Camera e Senato, a dir poco “faraoniche” rispetto a quelle non solo di un qualsiasi altro dipendente pubblico, ma di qualsiasi altro lavoratore da qui fino a Marte, c’è stata l’alzata di scudi dei sindacati!!! Assurdo!? Sì, ma è andata proprio così. Dai sindacati è arrivato il niet alla moralizzazione di certi emolumenti! Ma un volta il sindacato, prima di diventare il trampolino di lancio dei suoi leader nella pappatoria della politica, non era ‘il garante’ dei diritti di tutti i lavoratori, oppure nel corso delle varie tangentopoli, parentopoli, scandali, ruberie e porcate varie è assurto a tutela dei soli privilegi e dei più fortunati e garantiti? 
Nonostante le centinaia di migliaia di lavoratori a 1.200 euro al mese che hanno stracciato la tessera del sindacato nella P.A., lo tsunami del cambiamento non è ancora arrivato nelle segreterie confederali, laddove ancora oggi vige la discriminante che una tessera vale di più a Montecitorio che al Ministero della Pubblica Istruzione, che un loro iscritto vale cento al Senato e uno in fabbrica. Ma proprio da quei lavoratori italiani che le stesse organizzazioni sindacali considerano di “serie B” per il solo fatto di prestare servizio lontano dal “fuoco dove ci si scalda”, arriverà presto quel “declassamento” che ridurrà la “Triplice” alla sola rappresentanza di se stessa e della “casta”!
BASTA DISUGUAGLIANZE!
BASTA INGIUSTIZIE E PRIVILEGI!
BASTA LAVORATORI DI SERIE “A” E LAVORATORI DI SERIE “B”!

BASTA STIPENDI D’ORO: A PARITA’ DI REQUISITI, PARITA’ DI RETRIBUZIONE IN TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!

NON E’ PIU’ ACCETTABILE CHE UN DIPENDENTE DEL QUIRINALE, DELLA CAMERA O DEL SENATO GUADAGNI CINQUE, SEI VOLTE DI PIU’ DI UN IMPIEGATO DEL CATASTO CON PARI REQUISITI.


E’ INACCETTABILE PER GLI STESSI DIPENDENTI PUBBLICI.

E’ INACCETTABILE PER I CITTADINI CHE LI PAGANO A FRONTE DI TASSE SEMPRE IN AUMENTO E SERVIZI SEMPRE PIU’ CARENTI.

E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIDURRE SPRECHI E PRIVILEGI.


MIGLIORIAMO L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

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