Meloni su Recovery Fund: “Abbiamo fatto il tifo per l’Italia, anche se è finita con meno sussidi e più condizionalità”.

di Redazione. Forte dei recenti sondaggi che la vedono lanciata nel sorpasso dei 5stelle per aggiudicarsi, almeno per il momento e poi si vedrà, il gradino più basso del podio dopo la Lega dell’alleato Matteo Salvini e il Pd non si sa ancora bene di chi (!?), Giorgia Meloni – come sempre senza peli sulla lingua – ha le idee chiare e le esterna sempre con la sua solita schiettezza, e quando tutti brindano alla presunta vittoria di Conte, lei resta con i piedi per terra, ben piantati in suolo italico, naturalmente:

“Do atto al premier di aver combattuto per portare a casa il risultato migliore, in queste ore convulse abbiamo fatto il tifo per l’Italia. Con la stessa onestà intellettuale ritengo abbia fatto degli errori nell’impostazione della trattativa, quando ha dato per buoni i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron salvo poi dirsi disponibile a una loro diminuzione in cambio di zero condizionalità. È finita con meno sussidi e più condizionalità.
Sono, infatti, le condizionalità a farci condividere questa preoccupazione, Salvini lo dice a modo suo e magari tanti anche nella maggioranza lo pensano ma non lo dicono: con il super-freno di emergenza, Rutte e soci avranno buon gioco a bloccare le riforme italiane che non dovessero piacergli. Non voglio vivere in un’Italia a sovranità limitata, in cui si decide a Bruxelles, Amsterdam o Berlino, cosa dobbiamo fare noi con le pensioni o il lavoro degli italiani. Stesso motivo per cui non vogliamo il Mes”.

E poi su Facebook leva ‘il freno a mano’ e va giù dritta: “Ancora prima del Consiglio Europeo avevamo messo in guardia Conte sulle condizionalità del Recovery Fund. I soldi ci sono, ma il rischio molto concreto è che per riuscire a spenderli si debba passare troppo tempo a convincere tedeschi e olandesi o persino a farci dire da loro cosa dobbiamo fare con le nostre pensioni. E un domani, magari, anche con i clandestini che ci lasciano. Sarebbe l’ennesima cessione di sovranità e sarebbe, per noi, inaccettabile. Su questo, oggi in Parlamento ci aspettiamo parole chiare da parte del Presidente del Consiglio”.

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