Clausole di salvaguardia, un cappio al collo degli italiani.

di Redazione. Il 2019 del fisco nasce con una bomba ad orologeria che rischia di far saltare per aria il Belpaese. Questo perché se la manovra messa a punto dal governo non dovesse funzionare, ovvero se non dovesse far crescere il Pil di quel tanto che serve a pagare gli interessi sul debito pubblico, nel 2020 l’Iva aumenterà di 23,1 miliardi, che l’anno successivo diventeranno 28,7 miliardi.

Questo il risultato della trattativa di Palazzo Chigi con Bruxelles: il ritorno delle clausole di salvaguardia per pagare i “divanisti” con il reddito di cittadinanza e i pensionati sociali con la pensione di cittadinanza.
Il 2019 porterà in dote, soprattutto per imprese, banche e assicurazioni, una valanga di tasse in più, mentre a pesare sulle tasche delle famiglie sarà oltre all’ecotassa sulle autovetture e il fatto che imprese, banche e assicurazioni si rifaranno delle maggiori tasse sugli utenti, ovvero sempre sui cittadini!
Non cambia di una virgola la pressione fiscale sui ‘soliti fessi’, ovvero lavoratori dipendenti e pensionati, dacchè la flat tax riguarderà soltanto uno striminzito 1% di italiani, ovvero le partite Iva che dichiarano fino a 65mila euro, mentre per il restante 99% saranno anni di lacrime e sangue: tasse sù, stipendi e pensioni giù!
Per il momento esultano solo le migliaia di ‘condonati’ grazie al ‘Saldo e Stralcio’ delle cartelle inserito all’ultimo momento nella legge di bilancio. La misura consentirà di regolarizzare a costi ridotti la propria posizione e costerà circa mezzo miliardo in 5 anni. La sanatoria interessa i ruoli maturati dal gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 e prevede diverse percentuali di pagamento, a seconda della situazione Isee: 16% per i redditi fino a 8.500 euro; 20% fino a 12.500 euro; 35% fino a 20 mila euro. Una bella sanatoria che si aggiunge al colpo di spugna sulle cartelle sotto mille euro ante-2010. Guai in vista per i contribuenti, anche a livello locale.
Infine la ciliegina sulla torta del governo che ha dato il via libera ai Comuni per lo sblocco degli aumenti delle tasse locali (Irap, Imu, Tasi, Addizionali Irpef) aggravando così la situazione dei proprietari di immobili che assisteranno impotenti alla svalutazione dei loro beni che, per giunta, dovranno tenerseli sul groppone perché il mercato immobiliare, come tutto il resto del paese, è praticamente collassato: non si vende e non si compra neppure una cantina!

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