May dire Brexit!

di Redazione. La Brexit di Theresa May è a fine corsa. La Camera dei Comuni ha infatti bocciato il suo accordo con la Ue per l’addio all’Unione. Londra è nel caos.

Evidentemente il Regno Unito non ha ancora digerito il Referendum per l’uscita dall’Unione europea: un referendum, secondo taluni, ‘manipolato’ dove sono state dette tante bugie agli inglesi che hanno votato per l’Exit più con la pancia che con la testa!
E oggi oltremanica sono in molti, forse la maggioranza degli inglesi, i favorevoli ad un repentino dietrofront magari con un altro referendum per la… “Brentry”!
Insomma, cresce in Inghilterra il fronte “Remain” e la May e i britannici possono, al momento, salvarsi sperando solo in una dilazione europea sulla data di uscita.
Di fatto gli inglesi annaspano nella Manica in attesa di una ciambella europea: chi l’avrebbe mai detto tre anni fa?
Nonostante tutto, l’Europa resta ancora una casa sicura, sotto il cui tetto – tutto da rifare – offre comunque riparo e protezione.

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Se ne sono accorti anche Salvini e Di Maio, che hanno abbandonato la linea dura, per sposare quella più morbida di restare in Europa per cercare di cambiarla dall’interno.
Ma l’Europa, strattonata e svilita nella sua autorità istituzionale, arranca, travolta com’è dai populismi e dai nazionalismi degli Stati membri, soprattutto perchè non ha mai saputo dare risposte concrete e univoche alle necessità dei cittadini europei: politica sociale, fiscale ed estera comune, difesa militare, coordinamento delle forze di polizia e dell’intelligence, lavoro, redistribuzione della ricchezza, identità nazionale, immigrazione, terrorismo, clima e ambiente.
Juncker, solo adesso, a fine mandato, ammette che le politiche economiche della Ue fondate sull’austerità, sono state un vero e proprio fallimento! E i dati economici, purtroppo gli danno ragione: l’Eurozona è in recessione!
I continui giri di vite, lacrime e sangue, sui paesi più deboli ed indebitati dell’Unione, come Grecia e Italia, hanno prodotto solo nuova povertà e tanta insofferenza nei confronti di questa Europa, unita soltanto nella moneta unica e protesa dalla parte delle lobby e dei potentati economici, ma mai dalla parte dei cittadini.

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