Lo scandalo delle concessioni balneari.

di Carlo Calenda. Il Parlamento ha approvato un emendamento che consente di non fare gare per le concessioni balneari fino al 2033. Caso unico di maggioranza di larghissime intese: dal PD – la proposta è di Franceschini – passando per Forza Italia, Italia Viva, arrivando fino alla Lega.
L’Italia ricava da tutte le concessioni balneari solo 100 milioni di euro! Nulla. Sono concessioni che si tramandano da generazione a generazione, senza gara.
Per farvi alcuni esempi il Twiga di Briatore paga 17.000 euro l’anno a fronte di 4 milioni di fatturato, il Papeete dell’amico di Salvini 10.000, l’Ultima Spiaggia di Capalbio 4.500, praticamente il costo di un ombrellone per la stagione. Da tutte le spiagge siciliane ricaviamo poco più di 10 milioni di euro.
Quando ero al Ministero provai a scardinare questo vergognoso sistema, andando a schiantarmi contro tutto l’arco parlamentare, esattamente come nel caso della vendita di Alitalia a Lufthansa.
La verità è che questi partiti contano sul fatto che a noi non importi nulla dei soldi che non arrivano allo Stato. Contano sul fatto che voi non deciderete mai di votare un partito perché fa una sacrosanta battaglia contro questi privilegi, mentre i balneari voteranno in massa chi gli garantisce queste rendite assurde.

In questo modo l’interesse generale soccombe regolarmente a quelli particolari.

Allora pensatela in questo modo: con i soldi delle gare delle concessioni avremmo potuto finanziare le 9.000 borse di studio che mancano per i laureati in medicina. Questo avrebbe fatto un Paese decente, questo avremmo fatto noi.
Sconfiggiamo insieme i nostri mostri.

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