Il galleggiar m’è dolce in questa palude…

Il presidente del consiglio nominato non per “galleggiare”, come dice lui, ma per governare a gonfie vele verso il raggiungimento degli interessi di chi lo ha piazzato a Palazzo Chigi a costo di affondare il Paese nelle paludi della crisi, dovrebbe provare a vivere per qualche tempo, non diciamo da disoccupato – perché ci ha più volte spiegato che ha risolto la questione lavoro col jobs act – ma perlomeno da lavoratore dipendente con uno stipendio di 1.200 euro al mese, come la stragrande maggioranza degli italiani. E con quei 1.200 euro al mese riuscire a sbarcare il lunario.
Pagare l’affitto, il condominio, le bollette, le tasse, l’abbonamento metro-bus, senza concedersi mai il ‘lusso’ di un mal di denti o di una radiografia. E poi, con quello che rimane in tasca, provare a fare la spesa al supermercato. Dopo qualche mese di questa vita-ccia il ‘premier senza voto’ capirebbe che il “continuare a galleggiare”, come dice lui degli italiani che pensano di votare NO alla riforma costituzionale, è l’unica chance che resta alla gente per sopravvivere nelle paludi della crisi dove il suo governo l’ha ricacciata, e che le ragioni del NO alla riforma costituzionale vanno al di là del fatto che sia una ‘schiforma’ e di una pur evidente antipatia nei suoi confronti. Insomma, votare NO sarà liberatorio. Votare NO sarà pure scegliere di “continuare a galleggiare”, ma per evitare di affondare se si vota Sì. Votare NO sarà la sola risposta che la gente che lui ha costretto a “galleggiare” potrà dargli: tirare lo sciacquone e togliere il ‘premier senza voto’ dall’imbarazzo del galleggiamento.Ma campare con 1.200 euro al mese è una disgrazia che non capiterà mai ad uno della casta come Lui, che gode di ben altri emolumenti e ha una sola priorità: il potere, restare a Palazzo Chigi. Per cui dirà e farà di tutto per mantenere la poltrona. Alla resa dei conti il galleggiar gli è dolce in questa palude… molto più a lui che a noi cittadini. Quindi da qui al voto, non ci resterà che continuare a sentirlo e a vederlo a reti unificate, oppure cambiare canale, aspettando di dargli ‘il ciaone’ del 4 dicembre.

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