L’Italia è una vecchia auto, piena di burocrazia e di regolamenti inutili: ecco perché siamo ‘fermi’ nel mezzo della crisi.

di Giuseppe Turani. La sintesi della nostra situazione è presto fatta. La produzione è in forte calo rispetto all’anno scorso, l’economia è ferma, la disoccupazione è appena sotto il 10 per cento e lì rimarrà per tutto il decennio corrente (scenderà forse al 9 per cento).

Una volta si sarebbe detto che siamo un paese bloccato. A questo si aggiunga che lo Stato, comunque, continua a aggiungere debiti a debiti, e il quadro sarà completo. Il cerchio può essere chiuso affermando che nulla di quello che si sta facendo porterà a cambiare questa situazione. Esempio tipico: sull’Ilva di Taranto il dibattito è quotidiano e continuo, ma intanto quasi 4 mila lavoratori sono già finiti in cassa integrazione. La realtà, cioè, si muove con i tempi della realtà, la politica con un tempo astratto, tutto suo.

Anche il fenomeno della “sardine” e delle piazze che di colpo si riempiono di migliaia di persone senza che di fatto nessuno le abbia organizzate rientra in questo quadro. La gente esce di casa e va a manifestare, anche sotto la pioggia, perché vuole che qualcuno faccia qualcosa. Ma non accade, e così il giorno dopo o la settimana dopo la storia si ripete.

La gente, quelli che vanno in piazza, non conoscono le proiezioni economiche che li riguardano, ma avvertono che siamo in stagnazione, e che resteremo per chissà quanto tempo. La cosa non è misteriosa: se io guido una vecchia auto, non posso andare a 200 km all’ora, arriverò forse a 60.

E l’Italia è una vecchia auto, piena di burocrazia e di regolamenti inutili. Ma ricco di furbizie. 

L’esempio più clamoroso è quello recente dell’invenzione delle micro tasse, cioè tasse piccole, che non fanno male e di cui la gente quasi non dovrebbe nemmeno accorgersi. Sarà così, ma intanto la loro applicazione è stata rinviata verso la fine dell’anno prossimo, lasciando intendere che se ne potrà anche riparlare.

In sostanza, qui non sta cambiando niente.

E invece dovrebbe cambiare quasi tutto. Ma perché cambi qualcosa sarebbe indispensabile cambiare la politica, ma non accade. Molti anni fa Ugo La Malfa, una delle menti più lucide che questo paese abbia mai avuto, per dare una sferzata al sistema Italia ebbe l’idea di aprire l’Italia ai commerci internazionali, di gettarlo nella competizione. E ne siamo usciti vincitori: sesta potenza industriale del mondo. Oggi accade il contrario. Al primo accenno di crisi si invoca l’intervento dello Stato, come accadeva negli anni Trenta. Il paese sembra fatto di bambini gelosi dei loro giocattoli.

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3 Responses

  1. il Tasso del miele ha detto:

    Una proposta, una proposta, una proposta alle SARDINE di TORINO: Cortesemente chiedete in migliaia al Comune di Torino, di far uscire il Comune dai 18 contratti derivati sottoscritti a suo tempo dalla Giunta PD.
    I derivati sono rischiosissimi ed alcuni contratti durano fino al 2037 una iattura.
    Purtroppo gli ESPOSTI presentati alla PDR di Torino sui Derivati, vengono sistematicamente Archiviati, e l’Assemblea 21 che con 5000 firme aveva chiesto di immettere in rete i contratti non ha avuto nessun esito.
    Se proprio scendete in piazza fatelo per cose utili.

  2. Vale'70 ha detto:

    Hai centrato perfettamente il Problema-Italico: non siamo un Popolo, nè tantomeno siamo una Nazione Unita. Siamo divisi in bianchi, neri, rossi, azzurri, gialli, fucsia, verdi,ecc,ecc, ma oguno rigorosamente pensa ai fatti suoi e ‘possibilmente’ a fregare il vicino!

  3. Giacomo-TO ha detto:

    “La gente esce di casa e va a manifestare, anche sotto la pioggia, perché vuole che qualcuno faccia qualcosa.” Non sono d’accordo, gruppi organizzati da qualche Partito scendono in piazza per contrastare l’ascesa della destra (Salvini+Meloni+Berlusconi). Di spontaneo nulla, di SPINTANEO tanto. In Italia una ristretta elite vive da imperatore, e questa ristretta elite non vuole mollare la sua bella vita per accontentare il Popolo che si sazia di TV, Gossip e tanto tanto calcio.
    L’ITALIA è irriformabile, a meno che vi sia una sostituzione etnica con i lustri. Gli italiani in maggioranza SOPPORTANO-SOPPORTANO-SOPPORTANO, salvo farsi del male l’uno con l’altro.
    L’ho provato e lo provo sul lavoro. Ognuno per sè e DIO per tutti.

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