L’Italia affonda nella crisi e la casta sciala!

Ma quale spending review? I tagli reali che avrebbero dovuto esserci ai privilegi della casta e agli sprechi della politica sono rimasti tutti sulla carta. Ma quale moralizzazione delle pubbliche amministrazioni? Imbrogli e ruberie, perpetrati ai danni degli onesti cittadini in fila alle Poste per pagare la mini-Imu e l’appendice alla Tares, continuano come e più di prima: gli scandali e l’uso improprio dei fondi pubblici, considerato che ben 16 regioni su 20 sono coinvolte in indagini sulle “spese pazze, e le ombre sull’utilizzo delle risorse destinate ai gruppi consiliari che si estendono lungo tutto lo Stivale, ne sono la prova vivente. E mentre l’Italia e la sua economia continuano ad affondare, con la perdita di 9 punti percentuali di Pil, mentre tanti imprenditori si tolgono la vita perché non sanno più dove andare a prendere i soldi per pagare i propri dipendenti, mentre tanti esercizi commerciali sono costretti ad abbassare la saracinesca, mentre crescono a dismisura i disoccupati che hanno persino rinunciato a cercarlo un posto di lavoro e chi un lavoro ce l’ha è costretto a tirare la cinghia fino ad indebitarsi con parenti e amici, la casta sciala!

La nave affonda, e “loro” cosa fanno? Suonano, mangiano e ballano sul ponte di comando trastullandosi tra proporzionale, mattarellum, porcellum, doppio, triplo turno e quattro salti in padella!  Un cattivo esempio su tutti? I vitalizi degli ex consiglieri della Regione Lazio, nonostante la riforma Dini, nonostante la legge Monti. Uno scandalo alla luce del sole: con pochi anni di mandato gli ex consiglieri della Pisana si ritrovano ad incassare assegni di parecchie migliaia di euro. «Possiamo accettare, due decenni dopo la riforma Dini, che un deputato regionale di 50 anni, l’età di Brad Pitt e Monica Bellucci, vada in pensione dopo una legislatura monca d’un triennio, prendendo il doppio di un operaio inchiodato 42 anni e un mese in fabbrica? È un insulto», tuonano Stella e Rizzo dalle pagine del CorSera.

Per gli eletti della casta sono sufficienti pochi anni per potersi garantire somme elevate, come hanno spiegato i due giornalisti: «Per avere il vitalizio a 50 anni l’ex assessore Marco Mattei versò in tutto 60 mila euro. Dalla fine di ottobre 2013 ne prende 2.467 netti al mese: dal novembre 2015 sarà dunque, vita natural durante, a carico delle pubbliche casse. E se vivrà come un italiano medio (79,5 anni: auguri) riscuoterà, grazie a un aumento al 55° compleanno, 1.084.988 euro: 18 volte quanto versato».Altro che tagli! Chi credeva che lo scandalo “Batman” potesse fermare il bancomat della Pisana sui vitalizi è rimasto deluso. Alla regione Lazio c’è stato ancora chi ha incassato l’assegno con le vecchie regole. Non serve nemmeno completare la legislatura, possono bastare anche 50 anni. Così se i cittadini – cosiddetti “comuni” – sono costretti a fare i conti la speranza di vita che gli consente di percepire la pensione ben oltre il compimento del 67° anno di età, ad eletti come Mattei è stato sufficiente raggiungere «quota 55». Non è certo l’unico, si spiega, a poter beneficiare di certi privilegi e vantaggi: «A Isabella Rauti Alemanno – eletta nel 2010 nel listino dell’ex governatrice Renata Polverini, figlia dell’ex segretario del Msi Pino Rauti e moglie dell’ex sindaco di Roma, ndr – andrà ancora meglio. Per riprendersi i contributi pagati le basteranno 23 mesi e con l’aspettativa di vita delle donne (84,5 anni: auguri bis) prenderà 1.128.198 euro. Diciannove volte il versato. Quanto a Lilia D’Ottavi, subentrata a legislatura in corso, ha la pensione dopo esser rimasta in Consiglio un anno: neanche investire in cocaina le avrebbe fruttato di più», insomma, «per ogni euro versato, alla Pisana ne escono ben 48».

Privilegi e ingiustizie sociali che fanno a cazzotti con un Paese sulla soglia della bancarotta e con quella classe dirigente che, dall’alto di stipendi faraonici, chiede da anni sacrifici ai propri cittadini. Pertanto, la discussione odierna sulla legge elettorale è solo uno dei tanti bluff nella guerra di sempre, quella per la spartizione del potere. Nel frattempo la gente ancora aspetta provvedimenti concreti in materia di lavoro, sanità, giustizia, sicurezza, welfare ed equità fiscale.

DICIAMO BASTA AGLI STIPENDI D’ORO! 

BASTA CASTA! – BASTA DISUGUAGLIANZE! – BASTA INGIUSTIZIE E PRIVILEGI! 
BASTA LAVORATORI DI SERIE “A” E LAVORATORI DI SERIE “B”! – BASTA STIPENDI D’ORO!
A PARITA’ DI REQUISITI, PARITA’ DI RETRIBUZIONE IN TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE! 
NON E’ PIU’ ACCETTABILE CHE UN DIPENDENTE DEL QUIRINALE, DELLA CAMERA O DEL SENATO GUADAGNI CINQUE, SEI VOLTE DI PIU’ DI UN IMPIEGATO DEL CATASTO CON PARI REQUISITI. 
E’ INACCETTABILE PER GLI STESSI DIPENDENTI PUBBLICI. 
E’ INACCETTABILE PER I CITTADINI CHE LI PAGANO A FRONTE DI TASSE SEMPRE IN AUMENTO E SERVIZI SEMPRE PIU’ CARENTI. E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIDURRE SPRECHI E PRIVILEGI. – MIGLIORIAMO L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

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