L’inflazione e le tasse nel carrello della spesa.

di Attilio Runello. Da almeno un paio di anni l’inflazione si è abbattuta sui generi alimentari e sul carrello della spesa. Anche le stime più ottimiste affermano che l’inflazione sui generi alimentari non scende al di sotto del cinque per cento.
È vero che i supermercati sono sempre pieni ma si tratta di prodotti di cui non si può fare a meno. Si risparmia sui viaggi, sui libri, si và a mangiare fuori meno, si usa meno l’auto se si può, ma la spesa bisogna farla.
Il pane a buon mercato non esiste più. Qualche supermercato offre delle baguette a due euro al chilo. Qualcun altro offre a prezzi bassi il pane del giorno precedente.
La carne più a buon mercato sono i fusi di pollo e tacchino.
Poi ci sono le tasse.
I prodotti di cui nella dieta mediterranea non si può fare a meno di solito sono gravati di una tassa del quattro per cento. Pane, pasta, uova, latte e poco altro.
Frutta e verdura hanno una tassa del dieci per cento.
Le bevande, la carne, il pesce, i dolci vanno al ventidue per cento.
Esiste un partito politico che ha proposto di abbassarle? Nessuno. Perché le paghiamo senza accorgercene.

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