L’ignoranza dei nuovi politici: “Sarò breve e circonciso”!

di Massimo Gramellini. Aula di Montecitorio, tempio della Repubblica. Si alza a parlare il deputato Davide Tripiedi: «Sarò breve e circonciso» esordisce, e l’ex cronista sportivo che è in me sente l’eco mai spenta di certe interviste giovanili a Trapattoni: «Ragazzo, ti racconto tutto ma mi raccomando: che resti circonciso tra noi». Intorno all’onorevole oratore scoppiettano risatine. 
Quand’ecco intervenire dal pulpito il vicepresidente della Camera in persona, Simone Baldelli, nei panni dell’autorevole correttore: «Coinciso!» sogghigna saccente. «Circonciso è un’altra cosa». 
Se è per questo, anche «coinciso»: participio passato del verbo coincidere. 
Non ha importanza a quali gruppi appartengano i due fenomeni (Cinquestelle e Forza Italia: che resti circonciso tra noi). Più istruttive le loro biografie ufficiali. Tripiedi è un idraulico con la licenza media, mentre Baldelli è laureato, ha scritto una «Guida ai misteri della Camera» sottilmente autobiografica e nutre una spiccata passione per la pittura, la fotografia, la musica e lo sport, insomma per qualsiasi cosa che non sia la grammatica. Il suo errore è più fastidioso perché intendeva correggerne un altro: ha l’aggravante della presunzione. Ma sarebbe ipocrita continuare a scandalizzarsi per l’ignoranza dei nuovi politici, perfettamente in linea con il livello medio della popolazione. Da tempo abbiamo smesso di pretenderli migliori di noi. 
Le persone preparate esistono ancora, ma non si candidano: hanno di meno peggio da fare.

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