di Attilio Runello. Se ne parla poco, ma esiste un gruppo di scienziati consistente anche se minoritario che si contrappone ai rapporti sui cambiamenti climatici prodotti periodicamente a partire dagli anni Novanta dall’ICPP, istituto che raggruppa scienziati suddivisi in tre gruppi che analizzano i dati, formulano previsioni e danno raccomandazioni.
Le forniscono alle Nazioni Unite. Partono dal presupposto che l’aumento medio della temperatura globale è da attribuire a fattori antropici.
Pubblichiamo la lettera dei dissidenti:
“La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero contare spassionatamente i costi reali e i benefici immaginati delle loro misure politiche
L’archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa di recente, nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.
Fattori naturali e antropici causano il riscaldamento.
Il mondo si è riscaldato significativamente meno di quanto previsto dall’IPCC sulla base della forzatura antropogenica modellata. Il divario tra il mondo reale e il mondo modellato ci dice che siamo lontani dal comprendere il cambiamento climatico.
Il riscaldamento è molto più lento del previsto.
I modelli climatici presentano molte carenze e non sono nemmeno lontanamente plausibili come strumenti politici. Non solo esagerano l’effetto dei gas serra, ma ignorano anche il fatto che arricchire l’atmosfera con la CO2 è benefico.
La politica climatica si basa su modelli inadeguati.
La CO2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. Più CO2 è favorevole alla natura, rendendo più verde il nostro pianeta. L’aggiunta di CO2 nell’aria ha promosso la crescita della biomassa vegetale globale. È anche redditizio per l’agricoltura, aumentando i raccolti dei raccolti in tutto il mondo.
La CO2 è il cibo vegetale, la base di tutta la vita sulla Terra.
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale intensifichi uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali, o li renda più frequenti. Tuttavia, vi sono ampie prove del fatto che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose.
Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali.
Non c’è emergenza climatica. Pertanto, non c’è motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla politica nociva e irrealistica di zero emissioni di CO2 proposta per il 2050. Puntare sull’adattamento invece della mitigazione; l’adattamento funziona qualunque ne siano le cause.
IL NOSTRO CONSIGLIO AI LEADER EUROPEI È CHE LA SCIENZA DOVREBBE SFORZARSI DI UNA COMPRENSIONE SIGNIFICATIVAMENTE MIGLIORE DEL SISTEMA CLIMATICO, MENTRE LA POLITICA DOVREBBE CONCENTRARSI SULLA MINIMIZZAZIONE DEI POTENZIALI DANNI CLIMATICI DANDO PRIORITÀ A STRATEGIE DI ADATTAMENTO BASATE SU TECNOLOGIE COMPROVATE E CONVENIENTI.
La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche”.
Il numero dei firmatari cresce con il passare degli anni. Adesso sembra attestarsi intorno ai 1500. Ci sono anche nomi illustri e premi Nobel.
A loro favore il dato che per circa diciassette anni le temperature non sono aumentate.
Tuttavia bisogna considerare che lo scioglimento dei ghiacciai è sotto gli occhi di tutti
A livello mediatico esiste una tendenza ad attribuire ogni alluvione, o periodo di siccità, o anomalie rispetto allo schema delle stagioni, ai cambiamenti climatici, spesso esagerando.
L’effetto Greta Thunberg e il Friday for future è stato dirompente sul piano mediatico.
È stato l’ICPP a produrre nel primo documento degli anni Novanta una previsione di innalzamento dei mari di circa sessanta centimetri.
Poi questo dato in molta comunicazione è diventato di dieci persino cento metri.
Anche le dichiarazioni sui cambiamenti climatici vanno prese cum grano salis.
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I negazionisti non mi sono mai piaciuti, ma ancora di meno mi piacciano i profittatori ovvero coloro che si arricchiscono sulle disgrazie dei popoli!
Sono gli stessi scenari degli anni ’50-’60:
si raccontava che il fumo delle sigarette non fa male e non provoca tumori. Eminenti scienziati hanno giurato e spergiurato su questo, ben foraggiati dall’industria del tabacco: chi oggi se la sente di confutare che il fumo provoca tumori?
Stessa cosa per l’ICPP (Intergovernmental Panel of Climate Change) Scienziati di tutto il mondo e delle più svariate discipline : negli anni novanta parlavano di questi effetti al 2100 purtroppo avevano torto: tutto è più veloce. Altro che no!
E non parliamo poi dell’inquinamento a terra, dei suoi effetti sulla nostra salute.
Vale la stessa cosa per il buco nell’ozono provocato dai clorofluorocarburi, negato, ma eliminati quelli per molti anni, si è ridotto,
Stessa cosa per le piogge acide che stavano provocando la distruzione della Foresta Nera ben prima degli anni ’90: l’industria metallurgica tedesca voleva dimostrare di non esserne responsabile, la politica è intervenuta pesantemente grazie alla fiducia ed alla spinta dei cittadini tedeschi e la foresta è stata salvata.
Peraltro ne ha beneficiato l’industria stessa.
Davvero pensiamo che l’industria del carbone e degli idrocarburi non cerchi di salvaguardarsi?
Ed allora andiamo pure avanti così, la verità che pur di far soldi non si ferma nessuno e si fa del catastrofismo e si semina paura tra la gente sull’impatto dei cambiamenti sull’economia.
Un emerita stupidaggine dimostrata da due anni di COVID: i soldi li hanno semplicemente “stampati”, solo qualche quintale più di prima!
Un Saluto
Es.