Letta: il suo ottimismo è illusorio!

di Angelo D’Amore. Ormai ci siamo. Questa maggioranza costruita a tavolino dal Presidente della Repubblica, questo “mostro istituzionale” espressione del grande inciucio della casta, ha i giorni contati. La magistratura ha anticipato i tempi per il giudizio a Silvio Berlusconi. A fine luglio si pronuncerà. In caso di condanna in cassazione per i diritti Mediaset, scatterà l’interdizione dai pubblici uffici per il Cavaliere. Con ogni probabilità, ad agosto il Governo andrà a “spiaggiarsi”. Il PDL creerà una crisi pilotata, il Paese vivrà l’ennesima situazione di stallo decisionale. Vent’anni di “guerra civile” tra berlusconiani ed antiberlisconiani, stanno per volgere a termine. Ci sara’ l’esplosione di una vera e propria “bomba termo-nucleare”. Dopo le ultime elezioni non si ebbe il coraggio di osare di affidare il Paese ai “nuovi venuti”, i cinque stelle, ne’ si volle rischiare di andare a nuove elezioni a stretto giro. Si genero’ questo alchemico accordo, questa fusione a freddo tra due soggetti incompatibili, acerrimi nemici diventati alleati pro-tempore, con la scusante dell’emergenza economica, celando invece il piu’ sfacciato scopo di rimanere ancorati al potere, alla faccia di noi cittadini esausti e sfruttati. La situazione e’ davvero critica. Da un lato c’e’ un partito, il PDL, che a breve assisterà alla decapitazione del suo capo-padrone, senza avere nessuna capacità di potersi rigenerare nel breve periodo. Dall’altro c’è il partito che avuto l’incarico da Napolitano per uno sparuto e striminzito vantaggio elettorale, il PD, in piena crisi d’identità, distratto dal cronico tentativo di ristrutturazione interna, diviso tra correnti in vista dell’ennesimo congresso. Il paradosso è che nel frattempo il consenso di questi partiti aumenta. Il lavoro dei media è stato eccellente. Il nuovo è stato presentato per i suoi aspetti più folkloristici, per le sue presunte divisioni interne, sottacendo quel poco di buono che comunque e’ riuscito a raggiungere. La vecchia politica invece, individuata ancora una volta come l’unica espressione di responsabilità, di risposta alle aspettative della gente, ridimensionando l’imbarazzante empasse su principali questioni programmatiche, quali l’IVA, l’IMU, l’abolizione delle Province, il finanziamento della politica, la riforma elettorale, tutte decisioni rinviate, per le quali e’ stato richiesto tempo. Nel frattempo Letta, ostenta ottimismo, forte o forse illuso dal fatto che nel secondo semestre del prossimo anno, l’Italia sara’ presidente di turno della Commissione Europea e dovrebbe almeno sulla carta, presentarsi coesa e con un governo solido. Ma dodici mesi, di questi tempi, con la chiusura di oltre 1000 aziende al giorno, sono davvero un’eternità. Mai come adesso possiamo affermare: “chi è causa del suo mal, pianga se stesso“.

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