L’elezione del Capo dello Stato è una cosa seria.

di Antonello Laiso. Siamo non lontani da quella partenza in fibrillazione che tra qualche mese sarà decisiva per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che dovrà prendere il posto del  nostro attuale Presidente che non si ricandiderà.

Certamente il carosello di nomi da qui in avanti si farà sempre più concreto e tornito un giorno si ed un altro pure, si faranno insistenti  nomi e voci di personaggi politici e non di spessore che hanno reso onore alla nostra Nazione come dovutamente deve essere per una rappresentanza di spessore Nazionale in primis, ed internazionale, in particolar modo in uno dei periodi più difficili come l’attuale.

La cosa che  turba è qualche nome che leggiamo tra le tante righe, tale sembra uscito non si sa da dove, non si sa da quale sopraffino ragionamento politico di merito od altro, e se tale nome è fatto per essere una provocazione ad arte, oppure un pensiero derivante da qualche  tesi filosofica non si sa di quale filosofo post moderno.

Un bluff di quell’arte della politica o dell’arte del far credere e prendere in giro non solo chi legge tali nomi, ma in particolar modo chi ci crede? O chi fa finta di crederci?

Magari chi crede che realmente tale “nomination” non sia una presa in giro ma una convinzione di merito della sua persona,  generata dai più arguti neuroni tattici politici.

Non possiamo far altro che meravigliarci, di un qualcosa che pur essendo di una serietà unica, intoccabile e di una  importanza superlativa come l’elezione di un Presidente della Repubblica, ovvero di chi deve essere una  rappresentatività di costume come moralità e di una vita immacolata aspiri o pensa di aspirare ad essere eletto  Presidente della Repubblica. Ci fa ridere, anche controvoglia, di  un riso amaro, mortificati.

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