Le Prefetture sono davvero l’unico spreco del Viminale?

di Ugl-Intesa. Nel silenzio assordante del Ministro Cancellieri, le voci cominciano ad essere sempre più consistenti. Con un precedente comunicato avevamo parlato dei possibili tagli al Ministero dell’Interno, anche delle Prefetture. In queste ore, da quanto il nostro sindacato ha potuto constatare, tra le ipotesi più accreditate vi è quella del taglio delle Prefetture con sede nelle province al di sotto di 350.000 abitanti, salvaguardando comunque i territori soggetti a rilevanti fenomeni criminosi. Niente Prefettura anche nelle province di recente costituzione. Se queste resteranno le condizioni, si tratterebbe di un taglio di circa 30/35 Prefetture, ufficio più ufficio meno, con notevoli disagi ai lavoratori ed alla popolazione residente. Dentro ricadrebbero importanti realtà e, salvo accorpamenti, con il rischio di interi territori regionali scoperti, come ad esempio il Molise. Utile sarebbe verificare, principalmente, i costi complessivi delle Prefetture e la loro incidenza percentuale nel bilancio complessivo del Ministero dell’Interno. Capire se una Prefettura come Nuoro, ad esempio, con costi di 120mila euro l’anno (consumi compresi) possa dirsi uno spreco o una spesa superflua da tagliare! Altro discorso – in un ottica di complessivo e organico riordino della macchina statale sul territorio – sono i costi e gli organici del personale, a partire da quello dirigenziale o quello di P.S. collocato illegittimamente in mansioni amministrative, sui quali più articolato sarebbe il discorso, ma senz’altro più proficuo in termini di risparmi. Comunque vada, questo tipo di intervento del Governo vede il nostro sindacato decisamente contrario alle scelte che si stanno operando e pronto ad ogni forma di protesta preso atto, soprattutto, che l’intenzione sarebbe quella di attuarlo attraverso un decreto legge. Abbiamo nuovamente sollecitato il Ministro ad un immediato incontro per conoscere nel concreto le sue intenzioni e fissare immediatamente, qualora tale ipotesi dovesse confermarsi, criteri equanimi e ragionevoli per non penalizzare ulteriormente il personale contrattualizzato. Nonostante gli inviti che pervengono da più parti a fare fronte unico – come solitamente avviene in questi momenti critici – bisogna ricordare alla nostra classe dirigente che è forse l’ultima occasione per poter dimostrare attenzione verso i dipendenti dell’Amministrazione Civile dell’Interno che rimangono, ancora oggi, maggiormente esposti rispetto alle altre categorie di personale del Viminale.

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