Non è possibile ricostruire la sinistra, serve reinventarla.

di Gerardo Lisco. “Non è possibile ricostruire la sinistra, serve reinventarla”, è stato il nodo centrale del ragionamento di Luca Casarini all’Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana tenutasi ieri a Roma. Concordo! Si è di Sinistra per ciò che si fa e non perchè ci si dichiara di Sinistra. Lo dico da tempo: essere di Sinistra non significa “conoscere i classici a memoria”, si è semplicemente noiosi. Le rivendicazioni di visibilità di micro ceti politici non sono di Sinistra. Essere di sinistra non vuol dire essere solo buoni
amministratori. Nell’attuale contesto il buon amministratore è inteso come colui che applica pedissequamente gli indirizzi di politica economica neoliberista. Potrei continuare l’elenco ma è inutile. Più di 500 persone che, un sabato di luglio, si incontrano per discutere di politica e di Sinistra non sono un fatto da sottovalutare. I sondaggi attribuiscono a SI, in caso di elezioni politiche, il 3,6% dei consensi. Non è molto. Con l’Italicum si è poco al di sopra della soglia minima che consente di entrare in Parlamento. Il lavoro da fare è enorme ed è per questo che Luca Casarini ha ragione, c’è bisogno di reinventare la Sinistra. Oggi la contraddizione presente nel sistema sociale è tra chi sta dentro e chi sta fuori. Dario Franceschini lo ha sostenuto all’ultima Direzione nazionale del PD. Essendo questa la contraddizione del sistema Sinistra Italiana, per collocarsi dalla parte giusta “della faglia” deve rappresentare l’antisistema e quindi stare. E’ questa la condicio sine qua non Sinistra Italiana potrà nascere ed affermarsi. Secondo la ricerca condotta da Isfol Plus per conto della Ue, i nuclei familiari che non sono in grado di far fronte a una spesa imprevista di 300 euro sono il 73% del campione e il 36% di quelli che ci riescono afferma, però, di non potersi permettere una spesa necessaria aggiuntiva di 800 euro. In quest’area così vasta di società italiana non rientrano solo i lavoratori dipendenti, i pensionati e i precari; ma anche categorie di lavoratori appartenenti al mondo della piccola impresa, dei liberi professionisti, di categorie non riconducibili ai soggetti sociali che tradizionalmente si riconoscevano nei partiti di sinistra. Sia D’Attorre nella sua relazione che Fassina nel suo intervento hanno delineato in modo chiaro la proposta politica di SI. L’idea del Social compact, la necessità di mettere in discussione i vincoli di bilancio che scaturiscono dal Fiscal Compact sono questioni fondamentali, come è fondamentale la battaglia referendaria per bloccare il DDL Boschi che riscrive la Costituzione in senso oligarchico ed oligopolista. La rivisitazione del Fiscal Compact dipende molto dai rapporti di forza presenti all’interno dell’UE; l’uso della flessibilità di bilancio concessa dall’UE in materia di deficit e la redistribuzione dei costi e dei benefici rivenienti dalla crisi, invece, dipendono dalla sola volontà del Governo e della maggioranza che lo sostiene. E’ proprio su questi due ultimi aspetti che Sinistra Italiana può costruire il consenso nella Società. Il quadro politico italiano vede due raggruppamenti politici di destra; uno liberista il PD e l’altro nazionalista che comprende parte di Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia e un terzo blocco rappresentato dal M5S. I primi due raggruppamenti politici sono speculari tra di loro. L’oligarchia finanziaria utilizza il Nazionalpopulismo di Salvini per spingere l’opinione pubblica a scegliere tra le due opzioni la meno peggio, ossia il PD. La proposta politica del M5S è ancora in corso di definizione. Ha comunque temi che appartengono alla tradizione di Sinistra. Penso allo sviluppo ecosostenibile, ai beni pubblici, alla buona amministrazione, alla questione morale. Il M5S si presenta come un soggetto politico caratterizzato da forte senso civico. Sia le destre Liberiste e Nazionalpopuliste che il civismo pentastellato non esauriscono integralmente l’offerta politica. Ciò che manca è un’offerta politica ad alta intensità sociale. E’ questo lo spazio che Sinistra Italiana dovrebbe occupare. Per questo ha ragione Casarini quando sostiene che bisogna reinventare la Sinistra. A Sinistra Italiana non servono sterili rivendicazioni di posizionamento e di visibilità politica da parte di micro ceti politici o dubbi amletici. Serve una proposta politica attenta al sociale credibile, sostenuta con forza e inclusiva rispetto alle fette di società alle quali si rivolge. Diversamente Sinistra Italiana non servirà a nessuno, nemmeno ai micro ceti politici che concorrono a costruirla.

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