Crolla l’Italia Centrale. Umbria, Marche, Lazio: un disastro!

Le pareti che paurosamente oscillano, il sinistro tintinnio delle gocce di cristallo del lampadario, il letto che ondeggia, le ante dell’armadio che sbattono e le serrande che si spalancano: la scossa di terremoto è arrivata fino a Roma e la speranza “che non sia successo niente di grave” è subito crollata quando la mano è andata sul telecomando per accendere la tv e conoscere l’epicentro del terremoto, i danni, i morti, i feriti, i soccorsi e vedere la gente all’addiaccio sotto quella casa che non c’è più! Trema di nuovo il centro Italia: terremoto di magnitudo 6.0 alle 3.36 con epicentro nel paesino di Accumuli, in provincia di Rieti e metà strada tra Norcia e Amatrice. Poi altre 17 scosse di varia intensità,
lungo tutta la dorsale Appenninica. Il bilancio si aggrava di ora in ora: dopo due morti accertati a Pescara del Tronto nelle Marche arrivano la notizia d 6 morti ad Accumuli, mentre ad Amatrice testimoni parlano di diverse suore rimaste uccise nel crollo di un convento. Accumuli e Amatrice sono i Comuni più coinvolti, con il sindaco di Amatrice Sergio Perozzi che lancia l’allarme disperato: “Il paese non c’è più. C’è gente sotto le macerie, temo morti”. Stessa situazione drammatica a Pescara del Tronto, nelle Marche. Il sisma, che ha colpito principalmente zone montane a bassa densità abitativa, ma di difficile raggiungimento, è stato avvertito da Napoli e Roma fino a Rimini. Lo sciame di 18 scosse complessive ha poi colpito duramente anche Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, Gualdo in Umbria e Mogliano nel Maceratese, con frane e crolli. E quell’Italia indifferente, depressa, rassegnata e inerme al cospetto delle sciagure causate dalla politica, si risveglia miracolosamente solidale. Le reazioni alla scossa devastante nel reatino sono un mix di solidarietà, preghiere, richieste di informazioni, di aiuto. All’inizio lo smarrimento, la ricerca delle informazioni. Poi la consapevolezza che qualcosa di serio sta succedendo. E subito scatta la mobilitazione sui social a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Con lo slogan “Aiutiamo Amatrice” è stato istituito un centro di raccolta, in piazza Mazzini davanti al Liceo Classico Varrone, di beni di prima necessità: acqua, alimenti a lunga conservazione, coperte. Ma possibile mai che noi italiani ci svegliamo solo quando veniamo scossi così tanto drammaticamente?
______________________________________________________________________________ IN UN PAESE AVANZATO NON SAREBBE CROLLATO NULLA! Queste sono ore di soccorsi, di lacrime e di dolore. Ma il geologo Mario Tozzi, noto divulgatore scientifico in tv, fa notare come a ogni terremoto si assista a copioni che si ripetono. Di più: “Certe zone dell’Italia – attacca – sono come il Medio Oriente. In un Paese avanzato una scossa di magnitudo 6 non provoca tanti crolli e tante vittime. Il punto – prosegue – è che nonostante negli ultimi tempi gravi terremoti abbiano colpito la zona appenninica con una frequenza di una volta ogni 4-5 anni, gli amministratori non fanno alcuna prevenzione. Stupisce che in una zona sismica non si faccia quasi nulla per impedire che una scossa di magnitudo 6 possa addirittura far crollare un ospedale come è accaduto ad Amatrice. Siccome ormai è chiaro che dobbiamo avere a che fare con i terremoti dovremmo costruire e fare una manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati, i soldi devono essere impiegati in questo modo: è la priorità“, sottolinea ancora Tozzi, ricordando che “in Giappone e in California con una scossa simile a quella di Amatrice c’è soltanto un po’ di spavento ma non crolla nulla“.

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