Lui adesso dice: “Si vota nel 2018, comunque vada il referendum”.

Le  parole in politica, soprattutto in questa politica fatta di sterili annunci e di vane promesse, lasciano il tempo che trovano. E tra deputati e senatori che cambiano casacca dall’oggi al domani, fregandosene del mandato elettorale, nessuno si accorge più di quanto esce dalla loro bocca: tutto e il contrario di tutto! E non poteva fare eccezione a questa bizzarra regola della politica italiana “Lui” il mago della chiacchiera, il “premier senza voto” che prima dice una cosa e poi o non la fa o addirittura fa l’esatto contrario. Lui, che prima gridava a gran voce che se avesse perso il Referndum Costituzionale si sarebbe ritirato dalla politica, adesso con la puzza di bruciato che è salita fin sù a Palazzo Chigi, non dice più che se in autunno vinceranno i “NO” farà baracca e burattini. Lui dice: “Si vota nel 2018, comunque vada il referendum”!
E, curiosamente, i suoi avversari interni (sinistra PD) ed esterni (M5S), hanno preso a dire che anche se uscisse sconfitto dal referendum istituzionale, “Lui” dovrebbe comunque restare a Palazzo Chigi. Ma è ovvio che, in quell’ipotesi, il premier non se ne resterà lì a farsi impallinare. La strada più ovvia pare quella di una salita al Quirinale. E il Capo dello Stato da parte sua – e come potrebbe essere altrimenti se è stato proprio lo stesso Renzi a piazzarlo al Quirinale – gli ha già lasciato intendere che non procederà allo scioglimento delle Camere. A quel punto il piano potrebbe essere quello ormai collaudato del “Quarto Governo Nominato”, con un outsider che possa traghettare l’Italia alle politiche del 2018. Ma essendo Renzi il leader indiscusso di quello che è il primo partito italiano, il nome dell’outsider non potrebbe non passare da un suo avallo. Che se negato potrebbe essere il preludio ad un “Renzi-bis”. Insomma, prepariamoci alla solita manfrina, al giro dell’oca della politica italiana, ma restiamo comunque uniti e compatti a votare “NO” al Referendum. Comunque “Lui” decida, noi abbiamo già deciso: “NO” a questa riforma della Costituzione!!!
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ZERO. LA PAROLA DI RENZI VALE ZERO! di Piero Ricca. Aveva giurato : se perdo il referendum lascio la politica. Ora dic e: in ogni caso si voterà nel 2018. Cos’è se non una ritrattazione di fronte alla crescente paura di perdere? Infatti, in caso di dimissioni del governo non spetterebbe certo a lui decidere l’esito della legislatura. Ora è chiaro che se perde il Sì e non se ne vanno (lui e la Boschi), dovremo rinfacciarglielo in ogni occasione pubblica per il resto della loro permanenza in politica. Così si fa nei paesi dove memoria e dignità dei cittadini non sian o anch’essi pari a zero.

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