Lavatrici, televisori e cellulari, programmati per avere una vita breve.

Quante volte la vostra lavatrice, il vostro frigo, il vostro televisore, il vostro micro-onde, si sono guastati, magari proprio a qualche giorno di distanza dallo scadere della garanzia? La risposta è “obsolescenza programmata” e viene attuata dall’azienda per poter produrre di più e di conseguenza vendere una quantità maggiore: il tutto a danno dei consumatori. Si tratta di inserire, all’interno dell’elettrodomestico, alcune componenti elettroniche di qualità
scadente che hanno, quindi, una breve vita così da indurre il fruitore ad aggiustare (cosa che avviene raramente dato che ogni volta ci sentiamo ripetere dal tecnico: “per questa cifra non conviene riparare, meglio acquistarne uno nuovo”!) o a comprarne un’altro. E  il gioco è fatto, i nostri elettrodomestici durano sempre meno e noi siamo costretti a comprarne di nuovi per la gioia delle ditte costruttrici! La vita media di un elettrodomestico è crollata: dai 12 anni del 1998 ai sei e mezzo odierni, e questo per quel che riguarda i prodotti di una certa qualità (e costo). Parlando ad esempio di lavatrici più economiche la loro salute inizia a peggiorare ad appena 3 anni di esistenza. Questo vale per tutti i marchingegni elettronici in nostro possesso: i-pod, i-phone, i-pad (che a differenza del buon vecchio telefono tipo “ferro da stiro” non hanno una batteria sostituibile), tablet, computer e molti altri. Insomma, accanto agli ingegneri che costruiscono i nostri elettrodomestici ne lavorano altri che ne progettano la rottura. Il servizio di  ‘La Gabbia open’, su La7, di qualche sera fa, ha illustrato molto chiaramente l’argomento con interviste ad esperti informatici che hanno spiegato e simulato come si fa, con un semplice microchip, a stabilire quanto deve durare una abat jour o una lavastoviglie. Ma le grandi case produttrici smentiscono… e noi intanto rottamiamo, perchè riparare ci dicono che non conviene più, i piccoli artigiani della riparazione chiudono bottega e noi, come sempre, apriamo il portafoglio!

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