di Angelo D’Amore. I partiti continuano a illudersi di poter illudere gli elettori. Non passa giorno che non si sentano dichiarazioni d’intenti tese al cambiamento, allo svecchiamento, alla rottamazione delle vecchie nomenclature, al favorire il merito, le donne, i giovani. Per non parlare poi, del richiamo alla morale, all’etica, al decoro, alla lotta alle ruberie ed agli sprechi. Il problema è che a propagare a iosa tale volume di chiacchiere sterili, di ‘bla bla bla’ già ascoltati per anni, sono gli stessi politici responsabili dello sfascio. Vogliono rinnovare ma loro non si ritirano. A destra, in piena confusione ed in caduta verticale nei consensi, sono alla ricerca di un nuovo leader. Berlusconi pare si sia reso “disponibile” a non presentarsi per il bene del centro-destra, del Paese e perchè no, per l’andamento delle sue azioni… Una destra che tornerà ad avere più anime e forse anche più simboli.A sinistra non sanno chi sarà il nuovo leader. Renzi piace di più agli avversari del PD che non ai suoi militanti. Rappresenta il nuovo perchè lo dice la sua carta d’identità, ma non emoziona ed i suoi discorsi in maniche di camicia (in questo imita il suo avversario Bersani) sembrano spot simili a quelli che propongono i saldi alla Rinascente. Vendola va per la sua strada, mostrando coerenza ma la sua oratoria rimarrà per l’ennesima volta fine a se stessa, cosi come rimarranno vani i tentativi di spallata istituzionale portati dal “ruvido” Di Pietro. Casini cerca perennemente alleati. Pare che sia finito il suo innamoramento per il PD. Il suo ondeggiare da pendolo, nelle ultime ore lo starebbe riavvicinando ai moderati del centro-destra qualora il Cavaliere decidesse davvero di ritirarsi (voi ci credete?). Spuntano chiaramente nuovi partiti e movimenti. Tremonti e Sgarbi ne hanno fondato dei nuovi. Montezemolo sta sempre lì, pronto ad appoggiare una qualche lista di moderati presi dalla cosiddetta società civile (meglio dire una società indebitata senza prospettive e speranza) schierati a favore della riconferma di Monti. Circa la Lega non mi pronuncio. Continuo a considerarla un’accezione surreale di natura fantastica. I politici parlano, parlano. Parlano tra loro, ormai. La loro asfittica litania, è il farneticare prodotto da individui assenti e distanti, a cui nessuno da più ascolto. Il Paese vive da troppo tempo una stasi determinista e l’assoluta mancanza di decisionismo e dirigismo nella politica. Per troppo tempo l’elettore è stato considerato un soggetto passivo, recettivo, una semplice scheda da infilare nell’urna. La deriva sociale è assai vicina. Cosi com’è prossima una rivoluzione culturale. Una rivoluzione civica e civile contro il sistema, contro la casta e i privilegi, contro gli abusi e le ruberie dei politici. La grande onda che sommergerà questo flatulento corpo in decomposizione rappresentato dai partiti tradizionali, è prossima. Fermare il nuovo che avanza, è sempre più difficile.
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