La ritirata strategica del Cavaliere.

di Francesco Scolamiero. L’ex-presidente del Consiglio sembra veramente intenzionato a non ricandidarsi alla guida del Paese alle prossime elezioni politiche. Dichiara che se per ricompattare i ‘moderati’ occorre che lui faccia un passo indietro, beh lui è disposto a farlo. C’è da credergli? Sembra che Alfano ci creda veramente, forse perché crede di poter aspirare al ruolo di guida del centrodestra. La cosa più sorprendente è che ci sono tanti altri, da Alemanno fino a Tremonti, passando forse anche per Fini che credono anche loro di poter aspirare a questo ruolo. Sinceramente mi sembrano fuori dalla realtà, sono tutti freschi di flop , e non so come pensano di potersi candidare alla guida del Paese. Questo non per difendere il Cavaliere, che essendo stato alla guida del Paese e del centrodestra, ha le maggiori responsabilità, ma semplicemente per dire che la storia non è finita qui. Ecco perché quella del Cavaliere ha tutta l’aria di essere una ritirata strategica. “Se sei dieci contro uno, devi accerchiare il nemico. Se sei cinque volte più forte, attaccalo. Se la tua forza è il doppio della sua, dividiti. Quando le forze sono eguali, se puoi impegna il combattimento. Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati. Se sei inferiore in tutto al nemico, devi riuscire a sfuggirgli. Se ti ostini a cercare il combattimento sarai fatto prigioniero”. (Sun Tzu – L’arte della guerra)L’ex-premier infatti sa benissimo che nella situazione attuale non potrà mai raggiungere gli exploit elettorali del 2008 e quindi gioca di rimessa mandando avanti gli altri che si autodistruggeranno a vicenda, tanto dall’altra parte il PD che aveva la vittoria sicura in tasca ha pensato bene di suicidarsi un’altra volta. Con un Grillo al 15% che ha già detto, salvo ripensamenti, che non farà alleanze, molto probabilmente torneremo a un governo Monti sostenuto da una grossa coalizione dove Berlusconi avrà ancora voce in capitolo. Forse non subito, forse se si voterà con il ‘porcellum’ potremmo anche avere una maggioranza alla Camera, ma al Senato si ripresenterà la stessa situazione dell’ultimo governo Prodi. Quindi avremo un governo Bersani o Renzi per un annetto, poi, i litigi da una parte e la ‘solita’ speculazione finanziaria dall’altra, faranno cadere il governo e avremo un nuovo incarico a Monti almeno che quest’ultimo non venga ‘parcheggiato’ al Quirinale. A quel punto tutto può succedere, un’altro messia ‘tecnico’ o forse un ritorno alla politica ‘vera’ come del resto accade in tutti gli altri paesi ‘normali’ d’Europa.

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