L’Arena di Giletti s’infiamma per gli stipendi d’oro!

Lo scandalo degli “Stipendi d’oro” della Pubblica Amministrazione ieri pomeriggio si è affacciato anche all’Arena di Massimo Giletti su Rai Uno. Argomento arcinoto ai fedelissimi di freeskipper che ha lanciato da tempo una petizione per denunciare un’anomalia tutta e solo italiana che discrimina in lavoratori di serie A e di serie B gli appartenenti allo stesso settore impiegatizio del pubblico impiego. Sul banco degli imputati, ancora una volta, gli stipendi dell’isola del tesoro, ovvero dei dipendenti di Palazzo dei Normanni che è la sede dell’Assemblea regionale siciliana. Sul fronte dei dipendenti, all’Ars sono 29 quelli che guadagnano più di 200 mila euro all’anno, in tutto 157 quelli che hanno una busta paga tra i 100 e i 200 mila euro. Più della metà dei dipendenti all’Ars ha stipendi d’oro. Qui, d’altronde, il segretario generale guadagna 500 mila euro all’anno, un consigliere parlamentare con 24 anni di anzianità 11.307 euro al mese in quindici mensilità e un segretario parlamentare 5.729 euro. Cifre da capogiro che arrivano addirittura a 7.000 euro netti al mese per un dattilografo per 15 mensilità quando nell’edificio di fronte, a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione i dipendenti con stessa qualifica e anzianità percepiscono uno stipendio di 1.400 euro al mese per tredici mensilità!!! Stipendi e pensioni da capogiro che non trovano nessuna giustificazione se rapportate a quelle di un “normale” lavoratore. D’altronde in Sicilia la pensione media di un dipendente della Regione è pari a 39 mila euro all’anno, quella di uno statale si ferma a 23 mila e un quella di un dipendente privato a 15 mila.

Ma come per l’Ars siciliana così pure si rileva in tutti i Palazzi del potere della penisola, specie quelli della capitale, ribadendo il principio che “Vicino al fuoco ci si scalda!”. Questo è quello che avviene per i cosiddetti “stipendi d’oro” di alcuni dipendenti pubblici più “privilegiati” di altri, anche se poi per entrambi il datore di lavoro è sempre il medesimo: lo Stato italiano! Più si è vicini al potere più si gode di luce riflessa, ovvero dei vantaggi, dei privilegi e soprattutto degli stipendi riservati agli inquilini di Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, Corte dei Conti, Csm e via discorrendo. 
Così pure avviene nei ministeri, nelle regioni e nei comuni: più si è vicini alla “stanza dei bottoni” più si “guadagna”, più si è vicini al “capo” e più alto è lo stipendio seppure a parità di anzianità, qualifica e titolo di studio con gli altri “colleghi” dei piani inferiori! 
Basta spostarsi di appena qualche stanza o svoltare un corridoio per trovare retribuzioni nettamente inferiori a quelle percepite da chi siede vicino al “fuoco”! 
Insomma, nelle pubbliche amministrazioni, vale in termini di emolumenti e indennità accessorie il secondo principio della termodinamica che tiene conto del carattere di irreversibilità del passaggio di calore da un corpo caldo ad un corpo freddo. 
Ma allorquando i presidenti di Camera e Senato – dopo essersi ridotto il proprio stipendio, in un momento di particolare crisi in cui tutti gli italiani sono stati chiamati a tirare la cinghia per salvare il Paese dalla bancarotta – hanno solo paventato l’idea di estendere i tagli anche alle retribuzioni dei dipendenti di Camera e Senato, a dir poco “faraoniche” rispetto a quelle non solo di un qualsiasi altro dipendente pubblico, ma di qualsiasi altro lavoratore da qui fino a Marte, c’è stata l’alzata di scudi dei sindacati!!! 
Assurdo!? Sì, ma è andata proprio così. Dai sindacati è arrivato il niet alla moralizzazione di certi emolumenti! Ma un volta il sindacato, prima di diventare il trampolino di lancio dei suoi leader nella pappatoria della politica, non era ‘il garante’ dei diritti di tutti i lavoratori, oppure nel corso delle varie tangentopoli, parentopoli, scandali, ruberie e porcate varie è assurto a tutela dei soli privilegi e dei più fortunati e garantiti? Nonostante le centinaia di migliaia di lavoratori a 1.200 euro al mese che hanno stracciato la tessera del sindacato nella P.A., lo tsunami del cambiamento non è ancora arrivato nelle segreterie confederali, laddove ancora oggi vige la discriminante che una tessera vale di più a Montecitorio che al Ministero della Pubblica Istruzione, che un loro iscritto vale cento al Senato e uno in fabbrica. 
Ma proprio da quei lavoratori italiani che le stesse organizzazioni sindacali considerano di “serie B” per il solo fatto di prestare servizio lontano dal “fuoco dove ci si scalda”, arriverà presto quel “declassamento” che ridurrà la “Triplice” alla sola rappresentanza di se stessa e della “casta”!
DICIAMO BASTA AGLI STIPENDI D’ORO! 
BASTA CASTA!

BASTA DISUGUAGLIANZE!
BASTA INGIUSTIZIE E PRIVILEGI! 
BASTA LAVORATORI DI SERIE “A” E LAVORATORI DI SERIE “B”!
BASTA STIPENDI D’ORO: A PARITA’ DI REQUISITI, PARITA’ DI RETRIBUZIONE IN TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!

NON E’ PIU’ ACCETTABILE CHE UN DIPENDENTE DEL QUIRINALE, DELLA CAMERA O DEL SENATO GUADAGNI CINQUE, SEI VOLTE DI PIU’ DI UN IMPIEGATO DEL CATASTO CON PARI REQUISITI.

E’ INACCETTABILE PER GLI STESSI DIPENDENTI PUBBLICI.

E’ INACCETTABILE PER I CITTADINI CHE LI PAGANO A FRONTE DI TASSE SEMPRE IN AUMENTO E SERVIZI SEMPRE PIU’ CARENTI.

E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIDURRE SPRECHI E PRIVILEGI.

MIGLIORIAMO L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

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