Corbin, la sinistra che vince solo quando è più brava della destra a fare la destra!

di Gerardo Lisco. Gli attacchi mediatici del totalitarismo liberale a Jeremy Corbin, nuovo Segretario del Labour Party, si sprecano. Tutti sono comunque dello stesso segno: Corbin rappresenta la sinistra velleitaria, incapace di comprendere le dinamiche economiche in corso che non potrà mai vincere le elezioni politiche. Se fosse così la destra Liberale ed Oligarchica dovrebbe esultare di gioia. Invece?
Cameron, ad esempio, attacca Corbin in modo scomposto sostenendo che è un pericolo per lo Stato e la famiglia. In Italia l’attacco dei media, a partire da l’Unità, evidenzia il servilismo verso il potere oligarchico e la mancanza di spirito critico. Quest’ultimo aspetto riguarda larga parte di una intellighenzia che vorrebbe richiamarsi alla cultura politica di sinistra. Su Huffington Post il commento di Lucia Annunziata è, come dire, cerchiobottista: Corbin non vincerà mai le elezioni, però meno male che ha vinto, perché la sua vittoria pone in agenda la questione della diseguaglianza sociale. In sintesi tutti i commenti di giornalisti, commentatori e politologi, possono essere sintetizzati in questo modo “la sinistra vince solo quando è più brava della destra a fare la destra”. La Storia è morta è stato annunciato all’indomani del “crollo del Muro di Berlino”. Con quel “crollo” non moriva solo il comunismo sovietico ma anche la socialdemocrazia. A partire da quel momento la Sinistra poteva vincere le competizioni elettorali solo affrontando la destra Liberale sullo stesso terreno politico, ossia moderazione salariale, liberalizzazione dei mercati, Stato minimo, smantellamento del welfare, riduzione dei diritti dei lavoratori, riduzione della spesa pubblica, privatizzazione di tutto ciò che è pubblico. Fior di opinionisti, allora, hanno iniziato a sostenere che le elezioni si sarebbero vinte al centro. Devo supporre che per centro intendessero proprio quella Middel Class che le politiche Socialdemocratiche, nei “trenta gloriosi anni”, erano riuscite ad ampliare. Cioè la vittoria elettorale si sarebbe giocata proprio sul consenso di quelle classi sociali che erano cresciute e si erano allargate grazie a politiche egualitarie. E’ sufficiente questo elemento per capire come dietro questa argomentazione vi sia una contradizione in termini: per vincere le elezioni si individua il target elettorale rappresentato dalle classi medie proponendo politiche economiche che di fatto le penalizzano. La conclusione di decenni di restaurazione liberale ed oligarchica è proprio la diseguaglianza, basta riflettere sulla redistribuzione della ricchezza prodotta tra le classi sociali con la concentrazione sempre maggiore in una minoranza sempre più ristretta. In Italia il 50% della ricchezza è detenuta dal 10% della popolazione. Stesse proporzioni valgono per USA e Regno Unito. Tutto questo agitarsi nel denigrare e nell’attaccare Corbin dipende dal fatto che con la sua vittoria ha messo a nudo il re. Come dimostrano i dati sulla partecipazione elettorale, il numero di coloro che si recano a votare tende sempre di più a ridursi. L’elettorato al quale si rivolgono Socialisti e Liberali è sostanzialmente lo stesso. Le classi politiche che si richiamano solo superficialmente alla tradizione Socialista, sostenendo che la Sinistra rappresentata da Corbin è destinata alla sconfitta, implicitamente sono dell’avviso che la politica è ridotta a solo fatto tecnico. Secondo questa logica che vede vincente in politica chi utilizza meglio le tecniche di comunicazione e di marketing, le istanze sociali rappresentate da Corbin sono anacronistiche e perdenti. La politica economica, quella finanziaria ecc. sono dettate dai tecnocrati, le elezioni si vincono non con il programma ma se si è in grado di parlare all’opinione pubblica agendo sull’irrazionale più che sulla ragione. Quindi il giovanilismo spaccone, il fare ad ogni costo, le prime pagine di ministre e consorti in bikini sono tutte cose che agiscono sull’irrazionalità, sull’emotività più che sulla ragione. Questi sono strumenti di comunicazione politica e di marketing che non riguardano solo l’Italia ma tutti i sistemi politici convertiti al pensiero unico Liberale. Corbin, rispetto alla narrazione dominante di una classe politica formalmente socialdemocratica, è esattamente l’opposto. La narrazione che traspare dal suo aspetto è rivolta a coloro che non votano più; è rivolta a quel ceto medio impoverito dalle politiche Socialiberiste. Concludo ricordando che Obama venne eletto Presidente degli USA perché fu in grado di alimentare le speranze dei milioni di esclusi che non andavano più a votare. Vinse perché ebbe il coraggio di mettere il re a nudo. L’immagine di Obama, uomo di colore, era fortemente impattante, lo è altrettanto l’immagine di uomo normale di Jeremy Corbin che si rivolge direttamente all’uomo della strada parlando magari dell’alto costo delle case, dei figli che non trovano lavoro o delle difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

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