La Storia del Tour.

di Alberto Sigona. Prosegue la nostra storia a puntate della corsa ciclistica più amata al Mondo: Il Tour de France.

3^ PUNTATA: L’ERA DI BARTALI E COPPI

1939 IL RISCATTO DI S.MAES
Il 1939 vide il ritorno al successo di S.Maes che sbaraglia ogni rivale (il francese Vietto fu 2° ad oltre mezz’ora). Il governo italiano e quello tedesco proibirono la partecipazioni dei propri corridori per motivi politici, tra di essi c’era anche il vincitore della precedente edizione del Tour Gino Bartali, che avrebbe perso gli anni migliori a causa della Seconda Guerra Mondiale. Dopo questa edizione il Tour, infatti, subirà uno stop forzato a causa del conflitto più sanguinoso della storia, destinato a cambiare il volto della Terra. La Corsa Gialla riaprirà i battenti soltanto nel 1947.

1947 UN OUTSIDER SI AGGIUDICA UN TOUR SENZA CAMPIONI
Dopo gli orrori della Guerra riparte il Tour, districandosi fra strade interrotte, dissestate, macerie fisiche e morali. Fu un Tour atipico, senza veri campioni. Per gran parte della corsa il francese Vietto diede l’impressione di portare a casa la vittoria ma nelle battute finali cedette lo scettro all’italiano (poi naturalizzato francese) P.Brambilla che a sua volta nell’ultima tappa, che doveva essere una passerella per il vincitore, si arrese dinnanzi ad una fuga da lontano del padrone di casa Robic (distante 2’58’’ dall’azzurro) che a sorpresa, da sconosciuto, vinse il Giro. Robic precedette di circa 4’ il connazionale Fachleitner e Brambilla di 10’ e rotti. Gli azzurri in quella edizione vinsero 2 tappe con Ronconi e Tacca ed indossarono per 4 giorni la m.g., (2 con Ronconi e Brambilla).

1948 IL TOUR CHE FECE EPOCA
Quello del 1948 è stato senza ombra di dubbio il Tour più bello di tutti i tempi, specie per l’Italia, che vide trionfare come un eroe epico il terribile vecchietto Gino Bartali (34enne), già trionfatore in giallo dieci anni prima ma che ormai nessuno osava inserire nel lotto dei favoriti per evidenti ragioni anagrafiche. Bartali vinse il Tour a termine di una rimonta pazzesca. Ginettaccio, infatti, a metà Giro accusava oltre 20’ di gap da Louis Bobet, rinvigorendo in tal modo le opinioni di chi lo dava per finito. Pian piano Bartali sferrò il suo attacco alla maglia gialla, recuperando tutto il divario accumulato, trionfando tra l’incredulità generale… Celebre in primis la vittoria nella frazione che portava la carovana gialla a Briançon, in cui Gino s’impose con oltre 6’ sul secondo classificato (Schotte), rischiando di rubare la maglia gialla ad un piangente Bobet. Il giorno dopo ad Aix-les-Bains Bartali avrebbe staccato tutti di oltre 5’, conquistando il primato in classifica ed ipotecando il secondo Tour della carriera, che alla fine dei giochi avrebbe vinto con 26’16’’ sul belga Schotte. Bartali nel ’48 aveva 34 anni, un’età quasi improponibile per un atleta del tempo. Tutti lo consideravano una scarpa vecchia ed invece infiammò il Paese, salvandolo -narra la leggenda- persino da una possibile guerra civile che rischiava di scoppiare a seguito del tentato omicidio ai danni del leader comunista Togliatti. Al di là delle enfatizzazioni, indubbiamente il trionfo di Bartali contribuì a rasserenare il clima di tensione nel Paese. Bartali in quel Tour vinse 7 tappe (record italiano sinora imbattuto) indossando la m.g. in 9 occasioni. Gli azzurri vinsero altre 4 tappe con Rossello, Sciardis e Corrieri (2). Gino Bartali nella sua gloriosa carriera, pur fra infortuni, guerre e disavventure varie, riuscì a vincere, fra l’altro, 3 Giri d’Italia, 4 Milano Sanremo e 3 Giri di Lombardia. Celebre il dualismo creatosi con Coppi, che dividerà l’Italia sportiva per anni.

1949 IL DUELLO COPPI-BARTALI FA IMPAZZIRE I TIFOSI ITALIANI
Dopo l’exploit dell’anno precedente, il Tour continua a sorridere agli italiani. Fausto Coppi e Gino Bartali -fra il delirio generale dei tifosi azzurri- si contendono la vittoria, dando vita ad un duello entrato nell’immaginario collettivo. La spunterà Coppi di oltre 10 minuti, dopo una rimonta pazzesca che gli consentì di recuperare 30’ di svantaggio dal battistrada J.Marinelli (FRA, poi 3°). Fausto entrò per sempre nella storia del ciclismo come il primo corridore a conquistare Giro e Tour nello stesso anno.
Divenne celebre la frase che accompagnava il Campionissimo nelle sue scalate: “Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi” pronunciata da Mario Ferretti all’apertura della radiocronaca della Cuneo-Pinerolo, terzultima tappa del Giro d’Italia del 1949. Il campionissimo costruì la sua impresa nella tappa che arrivava a Briançon, quando assieme a Bartali staccò tutti di oltre 5’, ed il giorno dopo ad Aoste, quando staccò Bartali di circa 5 minuti ed il terzo, Robic, di oltre 10’, completando la rimonta per la conquista della maglia gialla, dimostrando a tutti che per lui nulla era impossibile, proprio come il Bartali dei tempi migliori. Coppi avrebbe completato il suo exploit imponendosi alla grande anche nella cronometro di Colmar-Nancy (137 km), vincendo con 7’02’’ sul secondo classificato Bartali, che a fine Tour avrebbe accusato un gap di 10’55’’ da Fausto. Coppi in quella edizione (la prima cui prendeva parte) vinse 3 tappe (2 crono) ed indossò in 5 occasioni la maglia gialla; Bartali la indossò 1 volta vincendo 1 tappa; grande Tour anche per F.Magni, vincitore di 1 tappa (vinta allo sprint su di un gruppetto di fuggitivi, arrivando con 18’ sul gruppone) e leader di classifica per 6 giorni, prima di esser scalzato dal ciclone Coppi & Bartali. Un’altra tappa la vincemmo con Rossello.

1950 KUBLER APPROFITTA DEI FORFAIT DI COPPI, BARTALI E MAGNI
Il Tour, dopo gli exploit di Coppi & Bartali (i più grandi di sempre), ebbe un’impennata di popolarità. La corsa gialla del ’50 però verrà vinta dallo svizzero Ferdi Kubler (9’30’’ sul belga Ockers e 22’19’’ sul francese Bobet) che farà tesoro in primis dell’assenza di Coppi e del ritiro di Bartali. Ginettaccio, durante la scalata dell’Aspin, era stato aggredito da tifosi (evidentemente invidiosissimi della sua grandezza) ed in segno di protesta aveva deciso di lasciare il Tour, invitando la squadra azzurra a fare altrettanto, malgrado Magni fosse in giallo (con 2’31’’ su Kubler). L’ennesima occasione persa per l’Italia, che in quel Giro di Francia conquistò comunque 7 frazioni (1 con Leoni, Corrieri, Magni, Bartali, Sciardis e 2 con Pasotti) ed indossò per 1 giorno la m.g. Tornando al successo di Kubler, fu strepitosa la sua affermazione nella cronoscalata Saint Etienne-Lyon, stravinta con 5’34’’ sul secondo classificato.

1951 UN’ALTRA VITTORIA ELVETICA INATTESA
Nel ’51 Coppi, affranto per la morte del fratello di Serse, non riesce a confermare l’exploit del ’49, pur vincendo 1 tappa (le altre tappe le vinceremo con Biagioni, 2, il quale vestirà 1 giorno la m.g., e con Magni), mentre Bartali, giunto quasi  al capolinea di una carriera formidabile, si piazza 4°. Hugo Koblet, della selezione Svizzera, trionfa senza problemi (vince 5 tappe), rifilando 22’ (di cui 13’ nell’ultima crono) al francese Geminiani, dimostrando di essere fortissimo sia in salita che a cronometro.

1952 IL SECONDO ASSOLO LEGGENDARIO DI SUPER COPPI
Dopo tante vicissitudini (la guerra, gli infortuni, il lutto per la scomparsa del fratello) Coppi si riprende il proscenio spettatogli, vincendo a redini basse il secondo Tour, stavolta dominandolo dal principio alla fine, vincendo 5 tappe (in primis si ricorda l’impresa del Sestriere, quando staccò tutti di oltre 7’) e indossando la maglia di leader per ben 14 giorni, raggiungendo il picco della sua popolarità. Si trattò della seconda accoppiata col Giro dopo quella del ’49. Ockers (BEL) arrivò con 28’17’’ dal Campionissimo, per quello che rimane tuttora il maggior divario del secondo dopoguerra. Un altro prestigioso piazzamento per Bartali, 4° a 38 anni! Quello del ’52 fu l’ultimo Tour a cui prese parte Coppi (l’anno seguente vi avrebbe rinunciato per preparare al meglio il Mondiale). Gli azzurri in quel Tour vinceranno tappe anche con Magni (2) ed indosseranno la m.g. anche con Carrea (1) e lo stesso Magni (2). Il leggendario Coppi nella sua gloriosa carriera vanta tra l’altro 5 Giri d’Italia (record condiviso), 5 Giri di Lombardia, 3 MilanoSanremo, 1 Roubaix ed 1 Mondiale in linea. Coppi morirà a soli 40 anni (1960,) di malaria contratta durante una corsa nell’Alto Volta. I medici scambiarono la malaria per una influenza. La sua dipartita lasciò sottoshock ed indignato il Mondo dello Sport.

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