La statua di Epaminonda coperta con un telo: “Offende l’Islam”!

Ennesima polemica per la ‘censura artistica’ effettuata con la copertura delle pudenda di Epaminonda, in occasione di un convegno organizzato dalla Confederazione islamica italiana.

La statua del politico e militare tebano, Epaminonda, opera di Giuseppe Dini, è stata coperta con un drappo rosso prima dell’inizio del convegno “Dialogo interreligioso” organizzato a Palazzo di Città di Cairo Montenotte (Savona). I musulmani hanno coperto la statua (tra l’altro, il corpo non era nudo ma aveva l’inguine già coperto dal drappeggio del tribone) e fatto rimuovere anche un quadro un po’ osé che rappresentava una Poppea con le nude terga: una decisione che avrebbe incontrato il favore di papa Clemente XIII che scelse di far coprire le nudità delle statue greche e romane in Vaticano e, prima di lui, di papa Paolo IV che obbligò Daniele da Volterra a metter le ‘mutande’ ai nudi michelangioleschi della Cappella Sistina. Cosa questa che trasferì l’appellativo ‘Braghettone’ dal pittore al successivo papa. Tant’è, la statua di Epaminonda, è finita con un drappo rosso addosso. E, come dopo la visita ufficiale di Hassan Rouhani nel 2016 nei musei capitolini a Roma che previde la copertura delle marmoree vergogne, si sono aperte le cateratte della polemica. “Solo a me questa sembra una follia?” twitta il leader della Lega Nord Matteo Salvini. Per Ylenia Lucaselli (FdI) “il sospetto è che sia emerso ancora una volta l’effetto collaterale del multiculturalismo fallimentare. Ciò deve chiamare tutti noi ad una presa di coscienza sulla necessità di tutelare le nostre espressioni artistiche, la nostra storia e la memoria da qualsiasi tentativo oscurantista”. “Integrazione, da parte di chi arriva in Italia e vuole vivere qui, significa accettare le nostre regole, il nostro modo di vivere, non imporre cambiamenti o censure – commenta Roberto Calderoli, esponente della Lega e vicepresidente del Senato -. La vicenda della statua coperta rappresenta l’ennesima e preoccupante dimostrazione che in Italia ormai ci stiamo sottomettendo alle imposizioni dell’integralismo islamico, ci stiamo genuflettendo. Ma perché?“. Tuona anche il Codacons: “Un danno per il Paese, un danno all’immagine dell’Italia agli occhi del mondo e una insulsa mortificazione del patrimonio culturale del nostro paese. Ancora una volta le opere d’arte italiane vengono censurate in nome di esigenze cerimoniali assurde e incomprensibili, arrecando un danno all’intero paese. Per la seconda volta, dopo la visita ufficiale di Hassan Rouhani nel 2016 nei musei capitolini a Roma, l’Italia regala una brutta immagine di sé mortificando il proprio patrimonio culturale ed artistico. E’ evidente che chi ha preso la decisione di coprire la statua di Epaminonda o l’ha autorizzata ha sbagliato e deve rispondere del proprio errore e dei danni causati al paese”. “Nessuna censura – ha replicato Chams Eddine Lahcen, presidente della comunità musulmana valbormidese e della federazione islamica della Liguria -. Ho coperto io la statua ma soltanto per esigenze cerimoniali e per poche ore. Stonava con l’ambientazione marocchina. Il nostro Islam è moderato, questa polemica ci ferisce. Abbiamo organizzato un dialogo interreligioso per avvicinare tutti. Non ci permettiamo di coprire statue per motivi culturali”.

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