La sicurezza russa e gli accordi Russa Cina.

di Attilio Runello. In questi giorni il presidente della Cina Xi Jinping è in visita in Russia presso il suo omologo Vladimir Putin.
Non sembra che i due vogliano sottoscrivere una vera alleanza. Probabilmente si tratta di accordi commerciali, in primo luogo la fornitura di gas attraverso un gasdotto che passerà attraverso la Mongolia.
Ci sono poi in discussione i ben noti dodici punti proposti dalla Cina per una pace in Ucraina e globale.

Probabilmente il luogo più idoneo per parlare di criteri per una pace mondiale dovrebbero essere le Nazioni Unite, quanto meno quell’ambito ristretto all’interno delle Nazioni Unite che è il Consiglio di sicurezza.

Nel documento si parla di una sicurezza di alcuni Stati che non può essere a scapito di quella degli altri. E sicuramente si riferisce al blocco occidentale della Nato e a quello presente in estremo Oriente a guida americana.

Si parla poi di difesa dell’integrità territoriale.

La Cina ritiene che Taiwan sia territorio cinese. La Russia ritiene che i territori conquistati in Ucraina facciano parte della Russia. L’occidente è invitato a non interferire.

La Russia ha pubblicato periodicamente dei documenti redatti dal Consiglio di sicurezza che parlano di un’area di influenza russa che l’occidente minaccia con una penetrazione culturale, che la Russia ritiene pericolosa. La Russia ritiene pericolosa la diffusione di idee occidentali in Russia.

Per le proprie attività di penetrazione commerciale la Russia esercita una influenza anche in diverse aree dell’Africa e in alcuni paesi dell’America Latina.

Per questo sta cercando di ottenere per la propria flotta basi navali in diversi paesi.

Un accordo sembra essere stato raggiunto con il Sudan, che porterebbe la Russia ad avere una base nel mar Rosso.

Attraverso la vendita di armi ed esercitazioni congiunte la Russia mira ad ottenere basi in India, in Iran, Iraq, Egitto, a Cuba, Venezuela.

La Russia ha basi navali in mari chiusi: tali sono le basi nel mar Nero, per uscire dal quale bisogna passare dai Dardanelli controllati dalla Turchia, che fa parte della Nato.

Le basi nell’artico, nella penisola di Kola sono di un mare che per molti mesi all’anno è ghiacciato. Quelle nel mar Baltico devono passare attraverso gli stretti della Danimarca, che possono essere bloccati. Ha una base in Siria nel Mediterraneo, dove il controllo avviene a Gibilterra e Suez.

Gli unici porti sicuri sono quelli del Pacifico: Vladivostok.
L’area di influenza russa dei paesi vicini riguarda Bielorussia, Ucraina, Azerbaijan, Georgia, Armenia, le repubbliche dell’Asia centrale.

Su un piano commerciale punta all’autarchia.

La Cina in questi anni ha costruito una grande flotta e punta ad avere una espansione delle proprie esportazioni attraverso la via della seta, percorsi sicuri che la colleghino via terra e soprattutto via mare con i paesi con cui ha rapporti commerciali consolidati: l’Europa e l’Africa, per il momento. Ma tende ad espandersi anche in America del sud e in paesi asiatici.

Le sue navi non hanno un percorso facile. Di fronte alle sue coste ci sono alleati degli Stati Uniti e il collegamento con l’oceano Indiano passa attraverso uno stretto che potrebbe essere bloccato.

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