La sedia della discordia.

di Rinaldo Bernardi. Il gesto offensivo e irrituale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen prosegue a creare reazioni e striscianti strascichi nel sottobosco internazionale.
Questo caso diplomatico ci indica che all’interno dell’UE le crepe iniziano a essere un po’ ‘troppo visibili’. Anche se in queste ore Erdogan ha frenato sulla possibile crisi con l’Italia – che poteva innescarsi dopo le parole del premier Mario Draghi che l’ha definito ‘un dittatore’ – il retrogusto di un’ambigua trasversalità all’interno dell’istituzione europea ormai è acclarata.
Nel mirino si è posto da solo il belga Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, il quale in sede di incidente ha evidenziato una posizione politica inaspettata, atteggiamento che a molti ha fatto gridare all’incompetenza e alla ‘maleducazione di ritorno’ dovuta alla mancata difesa della ‘sua’ collega di interessi.

I social, sempre inesorabili, sono rimasti accecati sottolineando nel 98% dei commenti critiche e accuse di sessismo, tuttavia il fatto consumatosi nasconde una precisa intenzione turca al far volare uno schiaffo pubblico.

 

Lo sganassone indica l’attuale supremazia di Erdogan che si riverbera soprattutto nel Mediterraneo orientale.
In estrema sintesi nonostante la de-escalation perseguita dalla Nato il Sofagate mostra che la UE è sempre più in crisi al suo interno. Offendersi è stato opportuno, ma gli errori vanno ricercati a monte auspicando un vero cambio di passo che ancora e sempre tarda. La retrocessione UE è lì a un passo e le partite di campionato cominciano ormai a scarseggiare.

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1 Response

  1. Caterina GE ha detto:

    Una questione di stile… mamma li turchi!!!

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