Papa Franceco: “Condividere la proprietà non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”.

di Redazione. Molti lo hanno apostrofato come il “Papa comunista”, anche tra gli stessi cattolici. E ieri il Santo Padre nell’omelia della Messa nella Festa della Divina Misericordia è tornato sull’argomento: Condividere la proprietà non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”, commentando il passo degli Atti degli Apostoli che racconta che “nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune”, Papa Francesco ha sottolineato: “I discepoli ‘misericordiati’ sono diventati misericordiosi”.
Per loro “condividere i beni terreni è sembrato conseguenza naturale. Il testo dice poi che ‘nessuno tra loro era bisognoso'”. Poi il Papa ha lanciato un appello: “Non rimaniamo indifferenti. Non viviamo una fede a metà, che riceve ma non dà, che accoglie il dono ma non si fa dono. Siamo stati ‘misericordiati’, diventiamo misericordiosi”.

Belle parole, grandi sentimenti, ma utopia pura in una società individualistica, consumistica e capitalistica come quella moderna dove ogni essere umano pensa solo ed esclusivamente al proprio orticello e l’unica cosa che vorrebbe condividere con gli altri non è certo il proprio benessere economico, ma solo il proprio disagio a pagare una valanga di tasse sul frutto del suo sudore, ovvero sulla “proprietà”.

E questo sentimento, ognuno per sè e Dio per tutti, è proprio sia dell’ultimo dei cittadini dell’universo, così come dei singoli Stati e delle Super potenze mondiali, come purtroppo stiamo tristemente constatando nella guerra al Covid che dovrebbe vedere tutta l’umanità unita a combattere il virus, ma dove, invece, ognuno pensa a vaccinarsi in casa propria, magari scavalcando i più fragili.

Ma poi da quale pulpito parte la predica? Da chi predica la parità di genere senza concedere il sacerdozio alle donne, da chi predica la pari dignità sociale, morale e religiosa degli omosessuali chè sono figli di Dio e hanno diritto a formarsi una famiglia, ma poi non li sposa in Chiesa, da chi invita ad abbattere tutti i muri e ad aprire le porte e soprattutto i porti all’accoglienza, da chi predica bene di condividere la proprietà, ma razzola male quando poi la Città Stato di Santa Romana Chiesa è “blindata” dentro le sue inespugnabili mura Vaticane e il proprio patrimonio lo condivide solo spiritualmente con i fedeli nell’Angelus domenicale!

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1 Response

  1. Riccardo-RM ha detto:

    Potremmo anche esser d’accordo col Papa se il Vaticano cominciasse a condividere le proprie immense proprietà o – almeno- a pagare l’IMU per le attività alberghiere e commerciali.

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