La rivolta degli agricoltori.

di Attilio Runello. In diversi paesi dell’ Unione Europea assistiamo a manifestazioni di agricoltori che con i loro trattori bloccano il traffico. Le manifestazioni oltre che in Italia sono in Francia Germania, Paesi Bassi, Romania. Le manifestazioni sono simili ma le richieste sono diverse.

Le accomuna una protesta nei confronti dell’Unione Europea che vorrebbe concludere degli accordi con i paesi del Mercosur abbattendo i dazi all’importazione dei prodotti agricoli. Inoltre chiede agli agricoltori europei  di lasciare incolti parte dei propri terreni per creare ambienti di biodiversità. Questa scelta dovrebbe ridurre le emissioni di carbonio
Gli agricoltori da parte dell’Unione ricevono da decenni dei finanziamenti. In bilancio per la Pac ci sono trentasei miliardi di euro. In Francia gli agricoltori protestano anche perché il governo vorrebbe togliere i finanziamenti per la benzina. In Germania il governo è per la prima volta in deficit e deve tagliare le spese. Ha un ammanco di sessanta miliardi. Vorrebbe tagliare gli aiuti governativi all’agricoltura. Nei Paesi Bassi la protesta è rivolta all’Unione. È un paese in cui hanno fatto miracoli di ingegneria per strappare terre al mare. E adesso dovrebbero lasciarne una parte incolta?

L’importazione di prodotti agricoli da Argentina Brasile, Cile e Uruguay pone degli interrogativi sui pesticidi che vengono adoperati in quei paesi o sui prodotti OGM. A tutto questo si aggiunge il dibattito sulla carne sintetica che non vuole nessuno.

Nei paesi che confinano con l’Ucraina poi le proteste ci sono perché si sono tolti i dazi all’importazione dei prodotti ucraini, in particolare del grano.

Nessuno si preoccupa di fare diminuire i prezzi dei prodotti alimentari al consumo. Ma questo dipende da distribuzione e commercianti. Insomma, non sembra che siano gli agricoltori a fare aumentare i prezzi, e i nostri agricoltori chiedono più tutela del Made in Italy e si oppongono all’aumento del prezzo del gasolio.

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