La premier e la telefonata con i “comici russi”.

di Attilio Runello. Cade la testa del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi dopo la telefonata dei “comici russi” che si spacciavano per il presidente della commissione dell’Unione Africana.
C’è stata superficialità dell’ufficio diplomatico” – ha detto la premier Giorgia Meloni, – che ha annunciato: “Il consigliere diplomatico, l’ambasciatore Francesco Talò, ha rassegnato le dimissioni questa mattina”.

Meloni spiega che “verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio soprattutto nella parte in cui sui è parlato del nazionalismo ucraino che è un tema tipico della propaganda russa. L’ho segnalato all’ufficio diplomatico e credo che lì ci sia stata una superficialità”.

Come è ormai noto la telefonata è stata a settembre poco prima dell’impegno al summit delle Nazioni Unite dove la premier ha presentato il piano Mattei per l’Africa.

I diplomatici lo sanno che la sede dell’Unione africana si trova in Etiopia ad Addis Abeba.
A Palazzo Chigi avranno certamente tutti i telefoni e i referenti cui rivolgersi.
Se non li hanno possono rivolgersi al Ministero degli esteri o direttamente alla nostra ambasciata ad Addis Abeba.
Se si riceve una telefonata si può anche prendere un appuntamento telefonico. E nel frattempo chiamare i contatti ufficiali e chiedere una conferma. Forse vi sono anche altri strumenti che la tecnologia mette a disposizione: un colloquio con cui via Skype o altre piattaforme si vede l’interlocutore.
Non sappiamo come gestisca i numerosissimi rapporti l’attuale premier.
In passato tutti gli incontri personali erano anticipati da incontri fra ambasciate e vi si stabiliva la scaletta degli argomenti da affrontare, oltre alla durata del colloquio.
È possibile che con l’intensificarsi dei rapporti siano diventati più informali
Peraltro gli “scherzi” dei comici russi erano noti.
Ecco perché l’ambasciatore ha dato le dimissioni dal suo incarico, e ritornerà a lavorare al Ministero degli esteri.
Ma la premier lo ha anche ringraziato per il lavoro svolto sino adesso. Ha riferito che il suo staff – di diciassette persone – ha gestito ottanta telefonate.
Non è solo la Meloni ad essere stata in situazioni di imbarazzo per via di una maggiore informalita’ degli incontri.
La presidente della Commissione europea in un incontro a Istanbul con Erdogan è stata fatta accomodare su un divano separato mentre  Erdogan e Borrel erano seduti sulle classiche poltrone affiancate.
I comici russi nel 2019 hanno fatto lo scherzo anche a Macron.

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