La Nuova Italia. M5s-Lega, ultima chiamata per il ‘cambiamento’.

Proprio adesso che un governo sta lì, lì, per nascere, per emettere il suo primo vagito con un parto difficile, ma se vogliamo breve, paragonato ai sei mesi della ‘grand coalition’ teutonica, c’è già chi guarda a questa nascita con diffidenza e tifa addirittura per abortirla.

Il plotone di esecuzione, quello del bastian contrario, dei diffidenti, dei rancorosi, quello – ancora!? ma basta! – dell’antiberlusconismo, dei tuttologi, dei politologi, dei vecchi tromboni dei talk show, è già schierato e pronto a sparare giudizi e bocciature. Per ‘loro’ – che hanno chiuso gli occhi e tappato le orecchie a scandali e tangenti, a ruberie e furfanterie, ma che oggi fanno le pulci a Lega e 5stelle con la lente d’ingrandimento – meglio uccidere un desiderio nella culla che cullare desideri irrealizzabili, come il superamento della Legge Fornero, più lavoro e più salario, più Italia e meno Europa, il controllo dei confini e dei flussi migratori, la sicurezza, la sburocratizzazione e la riduzione di leggi e regolamenti, il sostegno dello Stato ai più deboli, la riduzione del carico fiscale, la riduzione dei costi della politica, la lotta alla corruzione. Per gli italiani, invece, che desiderano un Paese migliore e che ancora ci credono, no, non è così, non sono desideri irrealizzabili! Perché dopo tanti e tanti anni che la stragrande maggioranza dei cittadini, onesti e per bene, aspetta invano il “cambiamento”, stavolta può essere la volta buona! Nè Berlusconi, né Prodi, né D’Alema, né Monti, né Renzi, né nessun altro è stato capace di rispondere alle istanze degli italiani. Ma proprio adesso che si profila un governo giovane e fuori dalle logiche del “Sistema”, un governo M5s-Lega che tutto è tranne che establishment, un governo che ha raccolto i maggiori consensi elettorali, proprio adesso… c’è qualcuno che rema contro, che agita i fantasmi del passato, che solleva odi e rancori mai sopiti, insofferenze più proprie che collettive e reali.

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