La generazione della “piotta” che non digerisce l’euro.

Sempre di fretta, sempre di corsa: famiglia, lavoro, tasse! Così, molto spesso mi capita di fare colazione al bar: cappuccio e cornetto, e poi via di corsa a lavoro.
La frenesia della metropoli più caotica del mondo – va da sé che sto parlando della capitale d’Italia – non ti lascia neppure il tempo di riflettere, così paghi e scappi via, rapito da mille pensieri e preoccupazioni!
Oggi, però, mi sono “fermato” un attimo. Oggi non ho fretta e mi godo la mia colazione al bar. Poi, con calma, passo alla cassa e pago i mie soliti 2 euro e 50 centesimi. Sarà che sono più rilassato, sarà che ho qualche minuto in più a mia disposizione, fatto sta che mi risveglio dal torpore della routine quotidiana e il mio unico neurone algebrico – stordito dai calcoli dell’Imu e della Tasi – mi converte in un istante gli euro della mia colazione in lire. Ca… volo! Ho pagato 5 mila lire un cappuccio e un cornetto! Tempo fa avevo pagato una cifra simile, ma in un grande hotel di Via Veneto seduto in una confortevole poltrona. Oggi mi ritrovo in piedi con il cornetto in mano al bar dei cinesi!
Non c’è proprio niente da fare, per noi, generazione della “piotta”: questo euro con questi stipendi non ci va proprio giù! Non abbiamo ancora digerito il passaggio dal vecchio conio alla moneta unica e quel cornetto… ci è rimasto sullo stomaco! 
Con l’euro i prezzi sono a dir poco raddoppiati e gli stipendi dimezzati. E non bastano certo quei famigerati 80 euro a colmare il gap! 
Ci hanno fatto credere che l’euro ci avrebbe salvato, che le politiche “lacrime e sangue” imposte dalla Troika ci avrebbero riservato un posto d’onore a Bruxelles, invece ci è toccato pagare l’onere gravoso di una crisi economica, politica e sociale senza fine.

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