Italia zerbino d’Europa.

di Grazia Nonis. Il nuovo film dal titolo: “Amici miei, come ti beffo lo Stato membro”, descrive la zingarata europea ai danni della nazione “beffata”. Una a caso, l’Italia. Gli amici dell’Unione ci han gabbato come al solito, e noi come dei grulli siamo cascati nel tranello della geniale “Supercazzola prematurata, migranti come se fosse antani, con scappellamento in Italia”. Tenendosi la pancia dal ridere, ci hanno nominato gestori responsabili degli hot spot migranti, confidando nella nostra arcinota incapacità organizzativa, la nostra lentezza, la nostra satanica burocrazia nell’identificare, registrare e rilevare le impronte dei migranti in arrivo.
La trama: dopo il riconoscimento, i profughi “autentici” dovrebbero essere ricollocati in quote prestabilite tra gli altri stati membri, e i “finti” profughi rimpatriati. Il condizionale è d’obbligo, mentre la “Supercazzola, migranti antani ce li teniamo noi” è certezza. Mamma Europa, furba come una volpe, dopo essersi chiusa a riccio tra le mura del suo castello, ha scavato fossati, costruito saracinesche, caditoie, buche assassine, sigillato tutti i ponti levatoi che conducono agli stati membri (tranne uno), e messo guardie sulle torri e in ogni dove per evitare l’invasione. L’Italia, pecora nera zimbello e tappetino europeo ad honorem, è stata accampata fuori le mura, in compagnia dei migranti che a migliaia spingono, pressano e pigiano alle sue porte perennemente spalancate e molto “cooperative”. Poco importa se i centri sono al collasso, se i prefetti danno i numeri collocando i poveretti col metodo detto anche “alla carlona”, che consiste nel bendarsi gli occhi e puntare la biro a casaccio sulla cartina geografica del nostro malandato stivale. Poco importa se quelli che fuggono dai centri d’accoglienza ce li troviamo davanti casa, sdraiati sulle panchine dei parchi, in stazione, nel parcheggio dei supermercati, degli ospedali. Ed è follia che Renzi, il “cantastorie casciabal”, dica che è tutto sotto controllo, che non c’è un’emergenza migranti. Epilogo: da perfetta imbecille l’Italia è finita in un cul-de-sac, e da idiota se ne vanta mentre predica l’accoglienza a tutti i costi, sostenuta nella sua battaglia “da colui che è venuto dalla fine del mondo”. Siamo figli di uno scalcagnato paese, incapace di mandare il Conte Mascetti a Bruxelles per ricambiare la “Zingarata”, lanciare la minaccia e far scattare la vendetta nei confronti dei finti “Amici miei”: “Menefrego della vostra supercazzola stramaturata, aprite i vostri confini e create gli hot spot in casa vostra, o sarà antani!” Il messaggio del film è chiaro: Dio ci protegga dall’Europa e dai suoi registi.

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