Italia a Natale, venti di guerra. Forconi in strada

freeskipper-forconitorinodi Roberto Iacobone. Mi dispiace per coloro che credono al mondo delle favole, “trattando il genere umano”, fatto di uomini, donne, anziani e bambini, come merce qualsiasi. Mi dispiace per coloro che ricercano la verità in pezzi di carta, comunemente dette, prove. Mi dispiace per quelle persone che si attaccano alle maniglie del potere preconfezionato, e non guardano oltre la pozzanghera della propria pipì. Non servono le prove, per capire che questo Paese sta andando a rotoli, e non servono le prove, per capire da dove arrivano i disagi. Il discorso è esteso a tutti i benpensanti, i moralisti, i perfettini, che si ritengono fuori dai giochi conclusi, e si ritraggono dai giochi che si andranno a fare. Venti di guerra, non è il titolo di un romanzo famoso. E’ il “romanzo criminale”, che il popolo italiano sta vivendo in questi duri mesi di sofferenze, che solo chi non conosce, non sa. Ed esprime pareri di carattere teorico, o sentenzia in maniera superficiale, anche offensiva, per l’intelligenza e per il genere umano, a cui cerchiamo tutti di appartenere, in qualche modo. Questa mattina un altro tentativo di un suicidio, di una persona che conosco, evitato per un soffio. Giusto per gradire! Milioni di italiani non hanno quasi più nulla da mangiare. Le mense della Caritas sono sempre più affollate. Milioni di famiglie vivono con 800 euro al mese, in quattro. Milioni di altre famiglie vivono con niente. La risposta della politica è quella che conosciamo, tradotta in una sola parola: inettitudine. Il movimento dei Forconi, in queste ore sta denunciando, con parole di fuoco, il vero volto di questa crisi. Mentre monta la protesta, blogger alquanto discutibili, e politici repressi, condannano l’operato dei Forconi, solo perché non conoscono le conseguenze della crisi. Magari vorrebbero continuare a crogiolarsi nel brodo, tirando a campare per altri vent’anni. Invece è ora di smetterla. Bisogna ricostruire questa Italia sconfitta, e farla ritornare quella di una volta: la quinta potenza industriale nel mondo, e prima potenza assoluta, nel mondo, in termini di intelligenza, creatività, e capacità produttiva di altissimo profilo. I Forconi protestano in maniera decisa, mancando però di organizzazione. Non sono rappresentati da nessuno, non vogliono nessuno, ma non riescono nemmeno a trovare tra loro un valido rappresentante, che sia credibile, e capace di interloquire con il governo, con le istituzioni, e finanche con le forze di polizia. Si stanno giocando una carta importante, non solo per se stessi, ma per il Paese intero. Però, lo stanno facendo nel modo più sbagliato possibile. Sembra la protesta dell’istituto professionale che vuole eleggere il rappresentante d’istituto, in un contesto di professori contrariati. A fronte della protesta, e dei disagi dei Forconi, che al freddo stanno sfidando tutti, e rivolgo loro il mio personale plauso, per la nobile iniziativa che hanno intrapreso, l’altra Italia, soprattutto quella dei finti intellettuali, rinomati ignoranti e consolidati ipocriti sociali, si affannano alla ricerca della strenna di fine anno, la solita razzia dicembrina, per prendere ancora qualche soldo, come se quelli guadagnati durante l’anno, fossero insufficienti per sostenere le loro vite. Decine di libri che non leggerà nessuno, vengono presentati in tutte le salse. Franceschini dice che è lui, ma non è lui… . Forse, doveva cercarsi un esperto in marketing. Il solito Vespa, cerca la strenna di capodanno, con quel libro-cuore che si è inventato per dare un volto di umanità a quel suo bel faccione da giornalista “cattolico”. E udite, udite, il comunista, il sinistroide, il popolare, il demagogo, il populista, il bravo artista, l’ipocrita solista silenzioso della Tv, il nostro caro, Adriano Celentano, canta e suona in casa di Berlusconi, in quel concerto che non ho voluto vedere per manifesti dolori allo stomaco. La manifestazione canora si è tenuta in casa Mediaset, quell’azienda che dovrebbe essere sua nemica, stando a quello che dice sempre, ma di fronte ai soldi, si passa sopra a tutto. Insomma, la classica commedia all’italiana. Spero sinceramente che nessuno si faccia male. Ma bisogna anche dire in maniera chiara, anche se darà fastidio a molti, il cui parere non lo ritengo importante che il proseguo della mia esistenza, che siamo giunti all’ultima fermata: Capolinea. Questa è una strada senza ritorno, che voglio condividere, nel mio piccolo, con i Forconi, perché queste sono persone, sono le famiglie italiane, non sono i politici, oppure, i poteri forti, che si coalizzano contro qualcosa, o contro qualcuno. Spesso contro il Popolo. Questa è la gente comune. Queste sono persone, sono uomini, sono donne, sono ragazzi, sono bambini, sono anziani, sono imprenditori, sono falegnami, sono salumai, sono trasportatori. Sono lavoratori, e sono mamme, sono padri di famiglia, sono figli di questa Italia che ricostruireno. La posta in ballo è troppo alta, per lasciarli nel silenzio, e isolati. La stampa quasi li ignora. Parlano solo degli scontri contro le forze dell’ordine, ma non danno il giusto risalto. Se poi, le forze dell’ordine si tolgono i caschi, per solidarietà alle famiglie, temporaneamente Forconi, meglio. Vuol dire che qualcosa sta cambiando. Io non andrei in giro, a menare un sessantenne con tanto di pancia e respiro affannoso, solo perché protesta per non riuscire a dare dignità alla sua famiglia. Ne avrebbe diritto, vero benpensanti? Oppure la dignità è un bene di pertinenza dei soli ricchi? Queste persone pretendono la certezza di poter continuare a vivere in questo brutto paese, povero, triste e ingiusto. Bravi i poliziotti che hanno aderito in qualche modo alla protesta, togliendosi i caschi, facendo solo un gesto di solidarietà, condivisibile. Per la prima volta, in vent’anni, abbiamo assistito ad un episodio di assoluta giustizia sociale. Sono felice che sia venuto proprio da loro. Le proteste vanno bene, ma dobbiamo anche sforzarci, tutti insieme, di ricostruire il Paese. Altrimenti, andrà tutto perduto, e sarà stato tutto inutile. Spero che la classe politica si ravveda, e prepari le valigie per il viaggio di sola andata, ciascuno nella propria casa. Lasciate che l’Italia cresca. Lasciate l’Italia agli italiani che la amano ancora, anche per quello che è diventata, per colpa vostra, e lasciatela agli italiani, per quello che è sempre stato: il Paese unico al mondo, inimitabile, nonostante i benpensanti ed i perfettini….

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