Irpef, verso la riduzione a 3 aliquote.

L’intenzione del governo è quella di ridurre da quattro a tre le aliquote dell’Irpef, facendo anche leva su una revisione delle tax expenditures, cioè le detrazioni e le deduzioni fiscali, nel tentativo di rendere più equa la principale imposta dello Stato che garantisce al sistema quasi la metà delle sue entrate, ma che grava quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti. Il gruppo di studio del ministero ha elaborato una serie di proposte.

La novità principale della riforma fiscale 2023 per tanti italiani sarà la riduzione delle aliquote Irpef, con il passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito. Già lo scorso anno il premier Mario Draghi aveva messo mano alla principale imposta dello Stato che garantisce quasi la metà delle sue entrate, e che grava quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti.

Nel 2022 si era passati dalle cinque aliquote alle quattro di oggi:

  • fino a 15 mila euro di reddito imponibile, con un prelievo del 23%;
  • da 15 a 28 mila euro, con aliquota del 25%;
  • da 28 a 50 mila euro l’aliquota è al 35%;
  • oltre i 50 mila l’aliquota è al 43%.

L’ipotesi principale vede una riduzione a tre aliquote Irpef, con la fusione tra i due scaglioni centrali. Le due fasce con aliquote fissate oggi al 25% e al 35% andrebbero in uno scaglione unico con una percentuale di prelievo attorno al 28%.

Con i tre nuovi scaglioni della tassa sui redditi delle persone fisiche, chi oggi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro finirà con il pagare il 2-3% di tasse in più, percependo quindi uno stipendio netto inferiore.

Mentre ci guadagnerà chi ha un reddito tra i 28 e i 50 mila euro. Ad esempio, secondo i primi calcoli, con un reddito di 35 mila si avrà un taglio delle tasse pari a 400 euro all’anno.

Come già detto, il piano del governo Meloni per recuperare il mancato gettito punterà ad una netta sforbiciata delle varie agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali. Come ha ricordato il viceministro Leo, le oltre 600 agevolazioni fiscali esistenti valgono circa 156 miliardi di mancate entrate.

Da una revisione e un taglio di queste voci dovrebbero quindi arrivare i miliardi necessari a coprire le mancate entrate.

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