INTER…VALLO. L’Inter apre un ‘vallo’ tra lei e le inseguitrici, lo scudetto è già suo!

di Alberto Sigona. Cari lettori, ci eravamo lasciati con la fine del girone d’andata, ovvero con l’Inter a guidare la truppa e la Juventus pronta a rimpiazzarne l’egemonia. A prescindere dalle posizioni presidiate, i nerazzurri di S. Inzaghi parevano possedere più di chiunque altro team i requisiti più idonei a tenere a lungo certi ritmi intensi adatti a perseguire propositi sfarzosi, mentre il resto della brigata, ad iniziare proprio dai bianconeri di M. Allegri (i quali se non altro potevano vantare dalla loro parte l’assenza dalle coppe europee), offriva la percezione di limitarsi tuttalpiù a cercare di rendere la strada della capolista un po’ meno levigata, senza impedirne tuttavia l’arrivo alla destinazione prefissata dalla dottrina dominante, che voleva il Biscione in cima alle papabili per il Titolo.La Juve torna guardia e insegue l'Inter: Allegri non cambia idea

La Juventus, unica vera antagonista del Biscione, ha retto sin dove ha potuto, e adesso inizia ad accusare lo sforzo che in autunno aveva profuso nel tentativo di reggerne il passo accelerato.

In effetti il bel gioco espresso da Lautaro Martinez, Frattesi, Barella e compagni sin dal principio aveva mostrato di avere poco in comune con le altre contendenti, e un po’ tutti erano concordi sulla supposizione che il tempo avrebbe elargito i meritati compensi.

Ebbene, nel volgere di poche settimane, in forte anticipo sulla tabella di marcia prefigurata dalle previsioni, il drappello lombardo è riuscito a rafforzare considerevolmente le proprie prerogative destinate ad affluire nella gloria, omologando le tesi di maggioranza che la vedevano destinata a vestire molto presto le vesti della condottiera.

Al netto del nuovo ritmo indiavolato espresso dalla capolista, ad agevolarne decisamente il ruolo vi ha pensato la Zebra, ovvero la squadra che sino a dicembre s’era mostrata l’unica seria antagonista dei meneghini. Essa, dopo essersi prodigata alacremente nel celare a suon di vittorie le proprie effettive potenzialità, perciò falsando per certi versi la prima parte del torneo, in cui il divario dai nerazzurri era apparso assai inferiore al reale, appena l’inverno ha iniziato a raffreddare l’atmosfera, sono andati in refrigerio anche gli ottimistici entusiasmi della società piemontese.

A partire dal girone di ritorno, infatti, da un lato l’Inter ha ulteriormente innalzato il proprio grado qualitativo, elevandolo su altimetrie quasi proibitive, dall’altro la Juve – che probabilmente ha pagato dazio agli sforzi profusi in autunno nel vano tentativo di non perdere la scia dei nerazzurri – ha frettolosamente messo a nudo tutti quei limiti che per mesi era riuscita, non si sa come, a tenere ben nascosti. Di più, la compagine piemontese ha finanche reclinato non poco le reali facoltà, conducendole negli anfratti delle proprie potenzialità.

Per effetto di cotanta marcata contrapposizione di condizioni ne sta venendo fuori un dislivello esagerato, oserei dire adulterato, in grado d’ingannare sul concreto valore delle due protagoniste, che saranno sì molto distanti, ma con proporzioni decisamente meno accentuate di quanto le ultime settimane e le ultime partite stiano evidenziando.

Ed è così che di già l’Inter pare avviarsi senza affanni, anzi piuttosto serenamente verso la conquista dello Scudetto della seconda stella, con le altre sin d’ora (e siamo ancora a febbraio…) in procinto di rimuovere il domicilio dalla dimora dei sogni. Dalla già citata Juventus al discontinuo Milan di S. Pioli, l’unico che sulla carta, vista la rosa di tutto rispetto, avrebbe dovuto contendere seriamente il proscenio al team vice campione d’Europa. Per tacere del Napoli Campione d’Italia in carica, ormai spasmodicamente alla ricerca di sé stesso, alle prese con una inspiegabile ed imbarazzante mediocrità che ha già annacquato l’ardore smisurato della scorsa stagione aurea.

Tutto questo mentre il Bologna dei miracoli targato Thiago Motta non vuole saperne di scollegarsi dai circuiti degli aneliti proibiti, sull’esempio dell’Atalanta di Gasperini, ormai cronicamente sulle vette della fantasia. Intanto la Roma, dopo la cacciata di J. Mourinho e l’arrivo di D. De Rossi, sembra appropinquarsi a dirigersi verso mete decisamente più consone al proprio blasone, e lo stesso più o meno si può asserire della Lazio di C. Immobile, laureatosi da poco “duecentenario del gol”.

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