In Europa siamo quelli che vanno in pensione più tardi!

Senza entrare troppo nei tecnicismi della previdenza, un dato è però certo e inconfutabile: in Europa l’Italia è la nazione in cui si va in pensione più tardi!

Tanto per fare un esempio, i nostri cugini francesi vanno in pensione a 62 anni di età, mentre noi italiani a 67 anni più ‘speranza di vita’!

Insomma, con i 67 anni di età richiesti l’Italia si conferma ai primi posti della classifica europea per severità dei requisiti previdenziali.

Ora, considerato che il Covid ha purtroppo declassato le nostre speranze di vita ai minimi storici, sollevando l’Inps dal cossrispondere centinaia di migliaia di assegni previdenziali, e che mezza Italia è salita sul carro del vincitore per la rielezione di Macron a Presidente della Repubblica francese, forse ci sono le condizione per taglaire una volta per tutte la Riforma Fornero e riportarla alla normalità della condizione più umna dei 65 anni di età, per godersi in buona salute e con quattro soldi quel che resta di una vita sempre più difficilie!

Altrimenti in questa Europa che ci stiamo a fare, solo per prendere i calci in faccia e misurare la circonferenza di cozze e vongole?

VOTA LA PETIZIONE

You may also like...

5 Responses

  1. Vale'88 ha detto:

    Ci hanno rubato il futuro e adesso non sanno come pagarci la pensione e sperano che CREPIAMO sul poasto di lavoro, ma IO NON MOLLO!

  2. Nino F. ha detto:

    Anche io se gudagnassi i LORO stipendi non vorrei mai andare in pensione! Vorrei vedere LORO con mille euro di stipendio al mese se vorrebbero restare a farsi sfruttare fino a 67 anni e più!!!

  3. Kia ha detto:

    Allungano la pensione fino a 70 anni nella speranza che schaittiamo prima!

  4. Giacomino-TO ha detto:

    Ma non lo avete ancora capito che questi ‘ladri di vita’ ci vogliono mandare in pensione da morti?

  5. Alfonsina ha detto:

    I giovani tornano ad essere protagonisti delle ricerche dell’Istat e per l’ennesima volta il bilancio è assai negativo. All’interno del rapporto sul BES (Benessere equo e sostenibile) salta subito all’occhio un peggioramento della condizione delle fasce giovanili. Sostanzialmente è raddoppiata la percentuale dei giovani che si dichiarano insoddisfatti della propria vita: la percentuale passa dal 3,2 per cento del 2019 al 6,2 del 2021. Lo stesso presidente dell’Istat Blangiardo, in occasione della presentazione del rapporto, ha parlato di una brusca e triste caduta del benessere giovanile, dovuto, egli crede, ad una scarsa attenzione e disponibilità di risorse per le politiche giovanili, che correttamente sostiene essere, “oggi più che mai, politiche per il benessere del Paese tutto intero”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *