Reddito di cittadinanza e pensione sociale: proposta indecente.

Un reddito di cittadinanza a chi non lavora e una pensione sociale a chi non ha mai versato neppure un centesimo di contributi. Mediamente 1.000 euro pro-capite. Questo è il nuovo patto sociale che si sta via via prefigurando. Questa l’idea di società che si va affermando: svalutare il lavoro ai minimi storici in fatto di diritti e salari e trascinare sempre più in basso gli occupati, fino a ridurli a retribuzioni che equivalgono a poco più di un “sussidio di povertà” o meglio ancora ad un “reddito di cittadinanza”.
Vogliono, e ci stanno riuscendo, umiliare e penalizzare, con stipendi e pensioni da fame e una tassazione senza precedenti, chi ha lavorato per una vita intera, abbassare tutele, diritti e garanzie a chi è occupato e stipendiare allo stesso modo coloro che non hanno un impiego e una pensione. Ma lorsignori non sono i ‘RobinHood2.0’. Primo, perché non tolgono ai ricchi per dare ai poveri, ma scippano risorse a coloro che a stento arrivano a fine mese campando con stipendi e pensioni da fame, con l’unico scopo di giocarsi al ribasso il mondo del lavoro con retribuzioni che lasciano sempre maggiori margini di ingrasso ai “padroni”, al “nero” e all'”evasione”. Secondo, perché – quando certe proposte vengono dal presidente dell’Inps che non si ritrova neppure i soldi per corrispondere pensioni e liquidazioni a chi nelle casse dell’Istituto ha versato fior di contributi previdenziali, oppure da gente che guadagna 10, 100, 1.000, 1.000.000 di volte lo stipendio di un lavoratore dipendente – è troppo facile essere generosi e fare gli splendidi, quando si tratta dei soldi altrui. Perché, invece, non risolvono i problemi economici dei meno abbienti tagliando i “loro” mega stipendi assieme ai “loro” esagerati vitalizi e provvedendo ad una più equa redistribuzione della ricchezza nazionale? Perché non combattono la povertà con i quattrini intascati dalla casta, le speculazioni finanziarie, con la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, agli sprechi e alle ruberie? La domanda è retorica, la risposta desolante: “loro” vogliono un popolo di poveri che aiuti i più poveri e consenta ai più ricchi di diventare sempre più ricchi!

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