di Antonello Laiso. Non è stata la prima volta ne sarà l’ultima a mortificare quello spirito campanilistico della nostra regione ed ancor di più quando quelle prese di posizione ormai scontate nello status mentis al nord contro la Campania purtroppo vengono alla luce come reali.
Questa estate in val d’Aosta in albergo si parlava della Campania e della più alta percentuale di persone tra tutte le Regioni ad aver diritto al reddito di cittadinanza, chi commentava ad arte era velato di un riso di sarcasmo stretto tra i denti che significava quello che pensiamo, quello che sappiamo, ovvero la capacità di trovare sempre l’inganno vista la legge.
Da pochi giorni poi, lo scandalo in Campania che ha coinvolto centinaia di persone che non solo non avevano diritto a tale misura assistenziaria creata per incapienti, ma addirittura vantavano un reddito reale e non fittizio notevole come si può esternare dalle auto che avevano nei loro garage una Ferrari compresa, e dal loro status come pregiudicati, rapinatori, camorristi.
Davanti a tali notizie che non ci meravigliano più di tanto essendo Campani, non possiamo che dimostrare sdegno, e restare basiti ma non più di tanto.
Ovvero diciamola tutta perché pensavamo che i Campani erano tutti onesti, nonostante la stragrande maggioranza lo e’?
Il reddito di cittadinanza misura che non si vuole criticare come assistenzialismo inutile e introdotto nella nostra nazione dopo altre nazioni Europee dove era già in quella normalità di welfare e’ quella disponibilità dello stato che ha costituito in particolar modo nel corso della crisi pandemica un argine al dilagare della povertà del nostro paese, quell’argine che esiste e come il Mose di Venezia, qualcosa pur risolve anche se parzialmente.
Una riforma stringente delle misure e dell’ istruttoria per tale misura assistenziale ai percettori e’ d’obbligo, come altre regole più stringenti, unitamente a pene certe e dovute per chi dichiara il falso, magari anche aumentate di misura in tale caso rispetto a quelle in atto dal nostro codice penale per chi si reso complice di una truffa.
Truffa ai danni non solo dello Stato, ma a chi lavora e con le tasse paga anche tale misura, misura che non consideriamo iniqua ma tentatrice estrema di quel male che regna sovrano ovvero la scaltrezza campana abilmente dissimulata secondo le circostanze e creata ad arte per gli scopi da raggiungere.
Una misura creata per i meno abbienti, per chi ha perso quel lavoro già precario o per chi non lo ha mai avuto, per quelle persone che realmente sono in difficoltà economica e, che con tale misura riescono ad andare avanti.
Tali fatti di chi non rispetta quelle regole ma le aggira, quando li leggiamo, e gia’ radicati in quelle convinzioni del popolo del nord ci fanno solo vergognare.
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