Il taglio del cuneo fiscale per un piatto di pastasciutta!

Prezzi alle stelle! E il taglio del cuneo fiscale, tanto pubblicizzato dal governo, neanche è arrivato in busta paga, che già è stato ampiamente fagocitato dal caro prezzi che nessuno riesce o vuole fermare.
Va da sè quindi, che gli stipendi ristagnano, mentre tutto il resto aumenta, anche i generi di prima necessità come latte, pane e pasta!

Sì, la pasta, proprio lei, la più amata dagli italiani è arrivata a costare oltre i 2 euro al chilo, e l’allarme lo lancia Assoutenti, che lo scorso aprile aveva presentato una apposita segnalazione sul caso, per tutti i consumatori italiani:

“Ad aprile abbiamo segnalato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e a Mister Prezzi alcune anomalie nell’andamento dei prezzi al dettaglio della pasta in Italia – spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti e membro della Commissione di allerta rapida e promotore della denuncia sul caro pasta – In base al dossier realizzato da Assoutenti, tale prodotto ha subito nell’ultimo anno rincari fortissimi che non sembrano giustificati dalle quotazioni del grano. Ad esempio ad Ancona, città che vanta il prezzo più alto d’Italia, un chilo di pasta costava in media a marzo 2,44 euro (Modena 2,41 euro/kg, Cagliari 2,40 euro/kg, Bologna 2,39 euro/kg, Genova 2,38 euro al kg), e solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni, penne ecc. risultavano inferiori ai 2 euro al kg.

I rincari più pesanti si sono registrati in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta è salito da una media di 1,37 euro/al kg dello scorso anno ai 2,17 euro di marzo, con un aumento del 58,4%. Incrementi superiori al 50% anche a Firenze (52,8%) e Pistoia (51,8%). Il prezzo medio della pasta in Italia è attualmente pari a circa 2,13 euro al kg, con un aumento medio del +25,3% rispetto allo scorso anno, quando i listini erano pari in media a 1,70 euro/kg).

La pasta è uno dei beni più amati dagli italiani, con un consumo pari a circa 23 kg procapite in un anno, ed è evidente che listini così elevati incidono sulle tasche dei consumatori. Se lo scorso anno l’inizio del conflitto in Ucraina aveva provocato una tsunami sui mercati delle materie prime come grano, frumento, mais, ecc., oggi la situazione appare diversa, con le quotazioni che, secondo Coldiretti, sono calate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022. Va poi considerato che i prezzi del grano sono omogenei su tutto il territorio nazionale e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo: non si capisce quindi la ragione di differenze dei listini al dettaglio della pasta così elevate tra le varie province. Per tale ragione riteniamo una vittoria per i consumatori la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi da parte del Mimit”.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dato mandato a ‘Mister prezzi’, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta che nel mese di marzo ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente in un contesto caratterizzato dalla riduzione del prezzo della materia prima e dalle dinamiche variabili dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione. Lo annuncia una nota. È la prima riunione della commissione creata con il decreto trasparenza. La riunione è convocata l’11 maggio p.v. alle ore14.30.

Ma la morale alla fine della giostra è sempre quella: o calano i prezzi, cosa assai improbabile, o aumentano gli stipendi per adeguarli al caro vita, ma se il buon giorno si vede dal mattino è risponde a questo taglio del cuneo fiscale…. buonanotte ai suonatori!

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1 Response

  1. Dartan ha detto:

    Una volta esisteva la SCALA MOBILE, purtroppo la politica l’ha eliminata e questo è il bel risultato

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