Il Pazzo criminale di turno.

di Marcello Veneziani. Ogni santo giorno si affaccia in video o in edicola Il Guerriero della sera. Non è un singolo ma una serie, ha un volto mutante, ma dice sempre la stessa cosa: siamo in guerra, non si diserta, faremo economia di guerra, resistenza a oltranza; la sovranità nazionale e l’amor patrio, fino a ieri stracci da gabinetto, sono ora sacrosanti. Diciamo meglio: valgono in Ucraina, mica da noi. Naturalmente il giorno dopo la chiamata alle armi lui non è al fronte ma è ancora là, in video e in edicola, a predicare la stessa cosa.

Il Guerriero della sera è in realtà il terminale periferico di un preciso canone che prevede quattro tappe: 1) il Nemico è per definizione un pazzo criminale, 2) il suo modello unico o antefatto è Hitler, 3) il nostro modello è la Resistenza, 4) andrà colpito con un’operazione di polizia internazionale e processato per i crimini di guerra. Non è una novità: solo per restare nell’arco della nostra vita, dai tempi di Saddam Hussein, poi di Milosevic, Gheddafi, Assad e molti altri leader. Tutti, naturalmente, come Putin, fino a ieri alleati d’occidente, pienamente inseriti nel gioco geopolitico-economico globale. E mi raccomando, si fa la guerra mentre si marcia per la pace…

Cominciamo dal precedente storico. Hitler non c’entra niente; se vogliamo trovare qualche nostalgico di Hitler lo troviamo più dall’altra parte, al di là del falso alibi di Putin di voler denazificare l’Ucraina. Se vogliamo invece trovare un precedente a Putin non allontaniamoci dalla Russia: furono gli zar ad annettersi l’Ucraina e a tenerla per secoli, a obbligarla alla lingua russa. Fu Lenin a incorporarla nelle Repubbliche Socialiste Sovietiche e Stalin a soggiogarla come si deve. Putin, al più sogna di ripristinare la Madre Russia, anche in versione Urss o quantomeno stabilire un dominio sul vicino Paese. Non è il sogno di Hitler di dominare il mondo nel nome della razza ma è l’antica dominazione russo-sovietica. Così, la rivolta d’Ucraina non è una guerra partigiana ma è la rivolta di un popolo, di una nazione per difendere la sua indipendenza sovrana. Se proprio vogliamo forzarla a un paragone, chiamiamola insurrezione, richiamiamo il Risorgimento che si avvalse del sostegno delle grandi potenze straniere (Francia, Inghilterra) in funzione anzi-Impero austroungarico. O la rivolta di Budapest e poi di Praga contro i carri armati sovietici; ma non furono guerre partigiane.

Stabiliti i precedenti storici, poniamoci una questione che tocca più da vicino. Ma i bombardamenti sulle città e sulla popolazioni, su veri o finti ospedali, le vittime di inermi cittadini quali precedenti richiama? Per non retrocedere fino alla seconda guerra mondiale, ricordano molto quelli che furono fatti in Iraq e poi in Serbia e in Kosovo, in Libia e in Afghanistan, e si potrebbe continuare. Ma fissiamo il paragone con l’intervento Nato in Iraq. La motivazione poteva essere anche nobile, punire un dittatore e uno Stato invasore (benché incoraggiato dagli stessi inglesi e americani che già lo avevano usato in funzione anti-Iran nella guerra del Golfo). Quella guerra noi ce la ricordiamo attraverso le immagini della CNN. Abbiamo visto poco o nulla delle città bombardate, dei luoghi d’arte distrutti (Ninive, Babilonia, la stessa Bagdad); nessuno ci ha raccontato le storie delle popolazioni sotto le bombe con migliaia di morti (bambini inclusi, e migliaia) poi sottoposte a un embargo totale, vergognoso, alimentare e di medicinali. Non ci mostrarono lo strazio della gente, le singole storie, i dettagli umani. Furono numeri vaghi di statistiche nebulose.

Stando alla logica del duo Biden-Harris e poi dei loro ripetitori dem nostrani, la comunità internazionale avrebbe dovuto processare per crimini di guerra anche quei presidenti americani, repubblicani e democratici. Ma l’Impero del Bene non si processa, tutto quel che succede, da migliaia di morti in Medio Oriente alle bombe umanitarie e progressiste dei Balcani, sono fatti in nome della libertà contro la tirannide. Si possono frequentare regimi dispotici, dagli arabi sauditi ai tanti dittatori filo-occidentali, avere nella Nato l’autocrate Erdogan che sui curdi e gli armeni non ha parametri diversi da quelli di Putin sugli ucraini e i ceceni, ma tutto rientra nel Nuovo Ordine Mondiale.

La giustificazione giuridica degli interventi militari coincide con la motivazione ideologica: noi siamo per la pace e per la libertà, di conseguenza non facciamo guerra, lasciamo che i popoli si scannino tra loro, e noi riforniamo una se non entrambi le parti in guerra; ma quando interveniamo noi facciamo operazioni di polizia internazionale, ristabiliamo solo la pace e la sicurezza. E il Pazzo Criminale di turno va processato e condannato a morte con un processo ai vinti che da Norimberga in poi è diventato il canone. Il nemico non va combattuto e battuto; va eliminato, vituperato, estirpato dalla faccia della terra. E fa niente se per eliminare lui si dovranno infliggere sofferenze e lutti alla popolazione. Lui o il suo Stato-canaglia è fuori dal diritto, non vigono le leggi della guerra; va solo schiacciato, come un verme.

Bisogna avere l’onestà di dire anche il rovescio: gli Usa instaurano spesso regimi fantoccio a loro disposizione ma non si annettono direttamente i territori; combattono dittature spesso infami, bene o male veicolano la libertà almeno come principio e intenzione originaria. Anche se a volte, come capitò con la Primavera Araba, l’Occidente dette una mano a rovesciare regimi autoritari con cui era stato fino al giorno prima amico e che mantenevano un certo equilibrio in quei paesi; dopo di loro non è venuta la libertà e la democrazia ma la carneficina, le guerre tribali sanguinose, i fondamentalisti fanatici al potere, migrazioni e terrorismo diffuso. La realtà come la storia, ha molte facce, non una sola.

Ma tutto questo il Guerriero della sera non vuole saperlo.

 

Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-pazzo-criminale-di-turno/

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4 Responses

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Comunque per me dichiarare una guerra di questi tempi rimane la cosa più assurda, visto che, se scoppiasse, sarebbe la fine per tutti, matto o non matto!

  2. Vale'88 ha detto:

    In fatto di Capi di Stato e Presidenti del Governo “malati e distaccati dalla realtà” noi potremmo fare scuola…

  3. Ale ha detto:

    Non potendo eliminare fisicamente il nemico di turno, si usa questa lurida tattica. Trump ne sa qualcosa!

  4. Nicola P. ha detto:

    Ieri ci siamo imbattuti in questo articolo del Corriere della Sera sulla salute psichica e fisica dello zar di tutte le Russie. Titolo: “Putin malato: avrebbe attacchi d’ira causati dalle cure per il cancro“. Pezzo accattivante, di quelli che acchiappano clic a più non posso. E infatti ci caschiamo a migliaia. Voglio dire: che Putin soffra di “disturbi cerebrali” è una di quelle cose da libri di storia, da capitolo dedicato al leader morente che cerca di restaurare l’impero perduto. Ma di cosa soffre, il leader del Cremlino? Secondo il Corriere di disturbi “causati dalla demenza”, o forse dal “morbo di Parkinson” o ancora di “attacchi di rabbia provocati dai trattamenti con gli steroidi per curare il cancro”. Ehm, scusate: non s’è capito. Ma soffre di demenza, di Parkinson o ha il cancro? O tutto insieme?

    Mistero. Di certezze non ce ne sono. Ma intanto la notizia sta lì, in home page del sito di uno dei più noti quotidiani italiani. Il bello, o il brutto, è che la fonte della notizia del giornalone nostrano sarebbe il Daily Mail, tabloid che il cronista definisce “non sempre affidabile ma molto informato”. Come, scusa? È inaffidabile, oppure ben informato? E se il Corsera lo reputa non attendibile, perché ne usa le informazioni? Sarà forse che il quotidiano britannico cita “fonti di intelligence occidentali vicine al Cremlino”. Ripetiamo: occidentali, ma vicine al Cremlino. Solo a noi pare strano?

    Anche qui la tragedia, o la farsa, sta nel fatto che lo stesso Corriere reputa “la storia del Daily Mail” molto “debole e difficilmente confermabile” perché “si basa probabilmente su un’unica fonte”. Insomma: la storia non sta in piedi, le “fonti non sono confermabili” e il giornale che l’ha scritta “non sempre è affidabile”, tuttavia, visto che “rinforza i sospetti emersi nelle ultimi mesi”, e fa comodo alla narrazione di un Putin pazzo sconsiderato (sollevando da ogni responsabilità l’Occidente), cosa importa? Spiattelliamo il pezzo ai lettori, che ci crederanno.

    Poi magari Putin sarà malato davvero, per carità. Ma non è questo il punto: oggi non si ha alcuna certezza. “Non è più necessario per il Corriere verificare le notizie?”, ci scrive un lettore. Noi aggiungiamo: News Guard, ci sei?

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