Il mondo di Poe.

di Riccardo Fici. Quest’anno mi sto avventurando alla volta dei grandi classici della letteratura. Come mio ultimo approccio ho soltanto una piccola parte dell’immenso mondo letterario di Edgar Allan Poe. Non credo che basterebbe una vita intera per poter leggere tutto quello che quest’uomo straordinario ha scritto. Ma perché è straordinario? Perché se ne parla tanto? Be’, se sei amante del grottesco e dell’orrido, anche se non ti piacciono i libri, ti consiglio di metterti comodo e ascoltare la mia esperienza nel mondo di Poe.

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Sarò onesto e ti parlerò in questa recensione come in una sorta di chiacchierata la bar; spero ti piaccia. Quindi, ti dico già che io non conosco praticamente nulla sul Edgar Allan Poe. Sono rimasto volutamente ignorante sulla sua vita, sul suo percorso di studi, sulla sua impronta stilistica. L’ho fatto per godermi appieno l’essenza delle sue opere perché sapevo che, prima o poi, mi si sarei avventurato. Sono così arrivato “vergine” alla sua lettura. Ovvio, Poe l’ho inevitabilmente conosciuto per fama, ma mai prima d’ora mi ci ero focalizzato. Sono un semplice appassionato di libri e, come tale, mi sono avvicinato. E devo dirti che… non sono rimasto deluso, ma neanche così tanto persuaso. Mi spiego meglio e, non fraintendere, ho adorato le opere che ho letto e credo di poterne parlare.

Pare che Poe fosse stato il capostipite del genere letterario “orrorifico” e psicologico, un genere che piace a tutti i fan delle atmosfere cupe, dei drammi esistenziali e del misticismo. E al di là che tu sia un lettore o meno, se sei appassionato di queste cose, troverai nel mondo di Poe pane per i tuoi denti! Chissà: forse troveresti anche l’occasione per iniziare a leggere in un modo costante, se finora non hai mai trovato nulla che t’interessasse. Su questo, Poe verrebbe in aiuto e non solo per i suoi temi, piacenti o non piacenti, ma anche per il fatto che ha scritto tantissimi racconti brevi, oggigiorno quasi sottovalutati. La paura di leggere il cosiddetto “mattone” (ovvero un romanzo degno di questo nome) può tranquillamente svanire nel mondo grottesco di quest’autore, luogo di rifugio per tutte le anime in cerca di opere prive di cliché, con momenti al cardiopalma e ambientazioni squisitamente oscure.

Se ci fosse una parola per descrivere in toto la breve esperienza che ho avuto con questi suoi scritti, sarebbe: ansia. Ti posso giurare che, e non sto scherzando: in ogni riga di queste pagine immerse nell’oscurità, ho provato una sensazione costante di irrequietezza: vuoi per il modo con cui le scene sono descritte, vuoi per il modo con il quale si sviscera il ragionamento del protagonista o vuoi per i modi attraverso i quali Poe è talmente bravo a far rimanere incollati i tuoi occhi alle cose spaventose che succedono ai suoi costantemente impreparati protagonisti. Anche se non tutti i finali delle sue storie sono tragici, restano tragiche e preoccupanti le situazioni che portano a tali conclusioni. Ci si immedesima all’istante nei personaggi, principi di queste disavventure al limite della pazienza e dello spiegabile, i primi a vivere momenti in cui l’animo umano trova forza nella fortuna sfacciata o nelle effettive proprie capacità. Ti risulterà inevitabile però scoprire come in queste storie, volente o nolente, si arriva sfiniti, addirittura morti, alla degna conclusione.

Se da un lato abbiamo l’effettiva pesantezza delle circostanze di questi racconti spaventosi, dall’altra abbiamo una lenta, a tratti discontinua e frustrante, tecnica di scrittura. Quest’ultimo punto è un ragionamento del tutto personale, devo dirtelo. Ma a leggere per molto tempo Poe, è davvero una sfida: purtroppo lui naviga su continui incisi e punteggiature, lunghi periodi contorti di cui ti perdi inevitabilmente l’inizio, portandoti a chiedere: “Ma perché ha spiegato questa cosa? Da dove è iniziata tutta ‘sta roba?”. Per fortuna, e qui ti tranquillizzo, non capita sempre questo genere di situazione; dopo un po’ ci fai anche l’abitudine, ecco. Ma se sei uno lettore alla prime anni, è giusto che ti faccia notare questa cosa perché potrebbe spaventarti. Essendo così specifici i generi che tratta, è facile innamorarsene come dispiacersene; tutto poi è nelle tue mani. Dal canto mio, posso parlarti in breve delle quattro opere che ho letto , così da darti un’idea qualora non le conoscessi. Per tutti quelli che ne sanno anche più di me, prendete le mie parole per quelle che sono: quelle di un semplicissimo appassionato di storie.

Tanto per iniziare, posso dividere queste 4 opere in due gruppi: storie dell’orrore e storie piratesche. Nel primo gruppo mi sento di collocare: i racconti brevi “Il gatto nero” e “La caduta della casa Usher

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Il gatto nero” ha una trama quasi tragicomica dal mio punto di vista, senti un po’: un uomo ha come moglie una donna che ama degli animali. Ce ne sono tanti in questa casa, ma il gatto nero di nome Plutone è quello che rompe più le scatole al marito, il protagonista della storia. Tra una serie di follie, scaturite del nervosismo e dell’astio provati a causa della presenza di questo animale, il racconto sfocia in un delirio abissale dove, alla fine, Plutone potrebbe fare la posa “dab” nei confronti del marito. Capirete eventualmente il perché.

Ho trovato questo racconto davvero strano in quanto la follia, punto cardine di Poe, viene scaturita da una sorte di futile ossessione, molto realistica a parer mio. L’ho consiglio con riserba in quanto ho riscontrato quel “problemino” di cui ho accennato prima sui periodi ostici ed esageratamente lunghi.

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La caduta della casa Usher” è il mio attuale racconto breve preferito, in assoluto. Fin da adesso mi sento di dire che lo consiglio come miglior punto di partenza per entrare nel mondo di questo scrittore. La trama è la seguente ed è, a mio modesto parere, la più “horror-psicologica” che ho letto. Un uomo va a fare visita ad un vecchio amico, discendente da questa nobile famiglia ormai in rovina. In preda ad un delirio sempre più costante, il protagonista vive delle situazioni allucinanti, sempre sospese tra l’assurdo e il realistico. Il tutto si conclude in un finale a dir poco coinvolgente e dinamico.

Il secondo gruppo di opere che ho letto è composto dalle opere piratesche “Lo scarabeo d’oro” e “Le avventure di Gordon Pym”. Devo ammettere che mai mi sarei aspettato che uno scrittore così gotico come Poe si fosse approcciato ad un genere più avventuroso. A quanto ho scoperto è stato un’estimatore delle opere di Verne e di Lovecraft per cui non c’è da stupirsi se vediamo un po’ di uno, un po’ dell’altro ne “Le avventure di Gordon Pym”.

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Trattandosi non di un racconto, bensì di un romanzo vero e proprio, questa opera per me è stata come un viaggio. È una perfetta simbiosi tra il genere di distorsione “orrorifica” che Lovecraft usa nei suoi racconti fantastici, unito alla magnificenza e ricchezza di dettagli (anche tecnici) di viaggio, sopravvivenza e cooperazione di Verne. Il modo con il quale la trama viene raccontata lo reputo geniale quanto funzionale; un Poe così sciolto e fluente mai lo avevo letto. Ma se ti descrivessi la trama, sarebbe uno spoiler continuo.

Il titolo spiega già cos’è: sono le avventure di questo giovanotto di nome Arthur Gordon Pym. Dimenticati ogni tipo di cliché a cui siamo oggi abituati: Poe prenderà il tuo cuore e lo userà a suo piacimento in questa vera e propria Odissea.

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Torniamo alla formula di racconto con “Lo scarabeo d’oro”. Credo che sia tra le storie di Poe più ingegnose e complesse perché parte come un solito racconto gotico, inquietante, per poi prendere la piega di un’oscura caccia al tesoro di un noto pirata, risolta con un metodo straordinario e sconvolgente. Provare per credere.

In conclusione posso ritenermi soddisfatto di questa mia piccola avventura all’interno di questi scritti famosissimi. Non sono stato “rapito” come invece altre volte mi è successo con opere di simile fama, ma devo ammettere che stiamo parlando di un uomo che ha gettato le basi di molti filoni narrativi moderni. È giusto ricordarlo e anche rileggerlo. Spero un giorno di poter effettivamente leggere tutti i libri di questo autore perché ne vale davvero la pena. Al di là della vita che ha avuto, dell’importanza storica dei suoi scritti, molti di questi sono perfetti ancora oggi e credo che lo saranno anche nel corso del tempo.

Poe può essere un ottimo trampolino di lancio al mondo della lettura, basta soltanto sceglie da quale ansia partire.

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