Il fù “ceto medio”.

Pensionati e lavoratori dipendenti, con tanto di figli disoccupati a carico ed un fisco che non allenta la presa, sono la vera emergenza del Paese. Un governo che avesse a cuore il rilancio dell’economia e il bene del Paese troverebbe la soluzione giusta per rilanciare il mondo del lavoro: mettere più soldi in busta paga e pensionare i lavoratori più anziani per favorire l’assunzione di milioni di giovani disoccupati.
Questa parte del Paese – il fù “ceto medio” – si ritrova dopo tre governi non eletti, senza rappresentanza e tutela, tant’è che all’orizzonte se ne palesa il tramonto! Nelle riformicchie del “premier senza voto”, infatti, non c’è l’ombra di un’inversione di tendenza, semmai l’esatto contrario: continuare a spremere i “soliti fessi”! Il governo non investe sul futuro, ma si limita a comprare consensi distribuendo “mancette” ad ogni tornata elettorale. Per le Europee furono gli ottanta euro, per le Amministrative di primavera sarà il bonus ai neo-diciottenni. Forse per le elezioni politiche del 2018 la mancetta del “premier senza voto” potrebbe arrivare pure al ceto medio? Finchè c’è vita c’è speranza. Ma per chi campa onestamente di pensione e lavoro dipendente sarà troppo tardi: sopravvivere a questa crisi che non accenna a diminuire, sarà difficile!

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