Il Democratellum.

Il M5S ha presentato in Parlamento la sua proposta di legge elettorale ribattezzata “Democratellum”. Il movimento di Beppe Grillo – nonostante il fatto che l’Italicum gli sia favorevole in un eventuale turno di ballottaggio in quanto i sondaggi lo danno in testa alle dichiarazioni di voto degli italiani – dichiara, coerentemente con se stesso e con il suo programma, che l’Italicum è da buttare perchè “antidemocratico e anticostituzionale”.
Così M5S torna a presentare con una mozione la sua ricetta per una nuova legge elettorale, il ‘Democratellum’, ovvero una forma di proporzionale corretta con le preferenze. La controproposta è frutto della consultazione on line a cui hanno partecipato 30mila cittadini con oltre 200mila voti espressi. Rispetto al vecchio Democratellum di due anni fa, c’è una novità: si prevede un voto di ‘penalizzazione’ per eliminare dalla lista un candidato, “senza alcun premio di maggioranza”. Per il resto la legge a 5stelle prevede che non vi siano coalizioni pre-elettorali per evitare “alleanze tattiche” prima del voto e consiste in “un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi”.Sono vietate le candidature plurime, mentre lo sbarramento è doppio: le circoscrizioni sono a base pluri-provinciale e il territorio italiano è stato diviso in 42 circoscrizioni. In 33 circoscrizioni su 42 (che assegnano 373 seggi, ossia il 60% del totale) lo sbarramento naturale è superiore al 5%; nelle altre 9 circoscrizioni (che assegnano 245 seggi, ossia circa il 40% dei seggi della Camera) lo sbarramento è inferiore al 5%. Dunque, al voto di oggi in Parlamento arriveranno una blanda mozione di maggioranza che auspica una “ricognizione parlamentare” sulla legge elettorale senza indicare alcuna concreta modifica dell’Italicum, la mozione di Sel che della legge in vigore dice peste e corna e ne chiede la soppressione, la mozione proporzionalista dei 5stelle. Nessun testo invece da Forza Italia e Lega, che sostengono che “è inutile discuterne prima del referendum”. Nella farsa dell’Italicum gongola Matteo Renzi forte del fatto che una maggioranza alternativa sulla legge elettorale non ci sarà mai, perché ogni forza politica vuole modificare una parte diversa dell’Italicum: chi il ballottaggio, chi il premio alla coalizione anziché alla lista, chi le preferenze. Quanto alla minoranza interna, a fine mese verrà convocata una Direzione allo scopo di “stanare”, come dice Renzi, la minoranza dem: a fronte della sua reiterata disponibilità a discutere di Italicum, saranno loro a dover argomentare perché si schiereranno comunque per il No al referendum. In quanto al voto di oggi, dando per scontato che il Democratellum otterrà solo i voti dei pentastellati, sarà la solita prova di forza degli schieramenti in campo che vedrà l’attuale maggioranza di governo trovare la quadra su un testo comune che conferma la ‘eventuale’ disponibilità ad ‘eventuali’ modifiche.

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