Professor Galli: “Lockdown generalizzato dal 15 novembre? Mi auguro di no, ma temo di sì!”.

di Redazione. Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi? “Se si arrivasse ad avere una situazione tendente al bello a Natale, non possiamo trasformare il Natale nel Ferragosto scorso. Scordiamoci grandi cenoni con famiglia allargata. Quest’estate molte persone si sono comportate esattamente come le estati precedenti. Il virus era alle nostre spalle, sì, ma per pugnalarci”.

Questo il monito del Professor Massimo Galli. che alla domanda su un possibile lockdown totale che sarebbe in vista per la metà di questo mese si fa la stessa domanda in maniera retorica per poi risponde:

“Lockdown generalizzato dal 15 novembre? Mi auguro di no, ma temo di sì”, le parole del Professore Massimo Galli sono come sempre chiare e nette.

Il Professore, responsabile del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ieri in collegamento con Bianca Berlinguer a Cartabianca, non ha escluso che possa esserci questa possibilità e si dice molto preoccupato.

Per quanto non neghi l’importanza di un piano differenziato per le regioni, l’infettivologo teme che questo possa non essere sufficiente per allentare la pressione sugli ospedali, che in questi giorni è in crescita.

“Il più drastico degli interventi, il lockdown, ha dimostrato di essere efficace. Tutto il resto è un tentativo che necessita di conferme nel suo risultato. Mi preoccupa il crinale molto stretto tra quello che si sta facendo ora per ottenere un risultato e le conseguenze dell’eventuale mancato risultato, che finirebbero per imporre periodi più drastici e lunghi di chiusura totale”, afferma Massimo Galli.

“Se si arrivasse ad avere una situazione tendente al bello a Natale, non possiamo trasformare il Natale nel Ferragosto scorso. Scordiamoci grandi cenoni con famiglia allargata. Quest’estate molte persone si sono comportate esattamente come le estati precedenti. Il virus era alle nostre spalle, sì, ma per pugnalarci”.

Per Massimo Galli la situazione attuale non è paragonabile a quella del 21 febbraio, quando l’Italia è caduta nell’incubo del coronavirus da incosciente. Ora era possibile arginare una prevedibile ricaduta, ma non sono stati utilizzati tutti gli strumenti a disposizione e adesso i medici, in prima linea per contrastare la nuova emergenza, spingono per una nuova chiusura totale: “Alla base credo ci sia il timore per l’inadeguatezza del sistema sanitario a reggere l’impatto ed è facilmente condivisibile”, conclude il Prof.

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3 Responses

  1. Antonia Ferro ha detto:

    Se il governo chiude, tutti addosso perchè blocca l’economia,
    Se il governo apre, tutti addosso perchè ci lascia morire.
    Ma insomma, che cosa diavolo pretendiamo?
    La botte piena e la moglie ubriaca?

  2. Anonimo ha detto:

    In poche parole: più tracciamento e meno chiusure indiscriminate, per evitare i decessi e salvare l’economia. Il suggerimento, firmato da sei autorevoli scienziati, è stato recapitato agli indirizzi di Giuseppe Conte e del ministro Speranza. Ma il governo lo ha sostanzialmente ignorato.(IL GIORNALE)

  3. Anonimo ha detto:

    Una domanda, una umile domanda: Quanto ancora potranno resistere Bar, ristoranti,…?
    Se questo blocco continua, l’economia non rischia pesanti perdite?
    Non dimentichiamo le crisi: Sociale, economica, ambientale

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