Il cioccolato fondente ‘lubrifica’ il cervello degli anziani.

Per il piacere e la gioia di tutti coloro che amano il cioccolato fondente, ecco un’altra buona notizia: il cioccolato fa bene al cervello degli anziani riattivando la circolazione del sangue se questa è parzialmente impedita o ridotta e, quindi, favorendo il recupero delle performance in molte attività cognitive. Ma come sempre accade in questi casi, non bisogna mai esagerare nel consumo per non vanificarne i benefici, magari, a rischio di sentirsi pure male. La scoperta arriva da uno studio condotto su 60 anziani ultrasettantenni, dalla Harvard Medical School di Boston. Parte degli anziani doveva bere per 30 giorni due tazze di cioccolata calda al giorno, ricca o non ricca di flavonoidi, gli antiossidanti del cioccolato spesso chiamati in causa per spiegare gli effetti benefici del cioccolato, specie se fondente, sulla salute. Il resto del gruppo, invece, non doveva bere cioccolato. Con una risonanza magnetica si è visto che alcuni degli anziani avevano una riduzione della normale circolazione sanguigna nel cervello, indispensabile per il suo corretto funzionamento. Dopo i 30 giorni di cioccolata gli anziani con ridotta circolazione cerebrale vedevano ripristinato un corretto e adeguato flusso di sangue in regioni chiave del cervello fondamentali per le attività cognitive e, sottoposti a test di memoria esecutiva prima e dopo i 30 giorni di cioccolata, erano divenuti più rapidi rispetto all’inizio dello studio. Gli anziani che all’inizio non presentavano ridotto flusso sanguigno cerebrale non traggono giovamento dal cioccolato. La presenza o meno dei flavonoidi nella dolce bevanda non ha in alcun modo influito sul miglioramento del flusso sanguigno e delle performance degli anziani.

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