A Catania si sente parlare? È una nuova forma di stalking.

di Francesca Rossi. A Catania si sente “parlare”. La gente dice che è la “televisione”.
Si sente parlare da alcuni mesi. Ma lo abbiamo sentito anche in altri luoghi della Sicilia.
Abbiamo chiesto tramite i social. Lo hanno sentito anche in altre parti d’Italia, e anche all’estero.
Che cosa dicono? Le frasi che abbiamo sentito noi non hanno molto senso: lasciano intendere che fanno un gioco. Frasi come “abbiamo vinto noi” lasciano pensare a un gioco.
Ma abbiamo delle fonti informate: le nostre fonti dicono che in questo modo “coprono dei veri e propri atti persecutori nei confronti di alcune persone che sono state prese di mira”. Non si tratta di un gioco ma di veri e propri atti criminali nei confronti di alcune vittime, mentre gli altri pensano che si tratti di un gioco. Vogliono naturalmente evitare che queste persone si rivolgano alle autorità.
Le persone prese di mira sono “le uniche che non sanno che cosa succede” – secondo gli organizzatori – naturalmente vengono prese in giro e insultate.
Si sente parlare notte e giorno, senza sosta – non vanno in vacanza – e le vittime sono costrette a sentirle sempre perché “seguite” ovunque vanno.
Su un piano giuridico come minimo si potrebbe parlare di stalking, visto che vanno avanti da più dei sei mesi previsti dalla legge.
Come fanno a “parlare”, a sentire quello che viene detto, non lo sappiamo.
Le nostre fonti riferiscono che ci sono stati numerosi esposti alle autorità giudiziarie che non sembra abbiano avuto seguito. Agiscono indisturbati.
I media non ne parlano. Ma hanno ricevuto numerose informazioni. Sempre le nostre fonti dicono di aver scritto a televisioni e giornali. Non hanno mai ricevuto risposte.
Sembra che secondo “il gioco” queste persone non dovrebbero pagare. Per molti i “perseguitati“ hanno sbagliato perché hanno pagato. Almeno questo è quanto sentiamo in giro.
Ma c’è dell’altro? Le nostre fonti ci dicono che c’è dell’altro. La nostra inchiesta continua.
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I MEDIA NON  NE PARLANO. MA LA RAI SI SENTE IN TUTTA LA CITTA’. di Lucia Fancello.
Da marzo sono a Catania. Da marzo la Rai – o almeno così dicono – offre a tutti uno spettacolo gratuito.
Parla e la sente l’intera città. A me è capitato di sentirli pure sull’autostrada.
Tutti ascoltano. Ma… Seguo regolarmente le Tv locali. Leggo i giornali locali: non ne parla nessuno.
E che cosa sente l’intera città? Che cosa si sente ripetere? Per il 50% si tratta di insulti e parolacce che preferiamo non riportare.
E la Rai? Così dicono. Ma la Rai fa queste cose? Qualcuno da me interrogato dice di non sentire niente.
Si sente in tutta la città? Probabile, sicuramente nel quartiere dove abito io.
E se mi sposto? Si sente ugualmente.
Dicono che si tratta di un gioco. Hanno detto che così guadagnerebbero dei soldi per sposarsi. Sarà vero?
Hanno detto che sono venuti gli “americani”? Ma quali americani? Non si sa.
Alcuni dicono che parlano al contrario. Riescono a sentire che cosa dice la gente per strada! E lo ripetono. E la gente risponde.
Ho provato a contattare i media e le forze dell’ordine. Di risposte non ne ho avute. A volte frasi interlocutorie. Lo volevano sapere da me.
Sono a Catania da marzo. Credo succedesse anche prima. Comunque, non si meraviglia nessuno. Tanto insieme a terremoti, eruzioni, coronavirus ci può stare anche questo!

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